Commissione crisi, la crisi di una commissione

Il Partito Democratico all'attacco: "Siamo già oltre metà del tempo concesso alla commissione. Dove sono le misure concrete da attuare in tempi rapidi?"

Riceviamo e pubblichiamo

Il gruppo consiliare del PD, il solo partito che si è mosso per tempo e con tempestività nella richiesta di un Consiglio Comunale sulla crisi a Busto Arsizio – e che in quel consiglio ha saputo portare numerose e concrete proposte d’intervento – non può che assumersi la responsabilità di dare una propria valutazione politica in merito al percorso fino ad ora compiuto.

La Commissione socio-economica è ormai oltre la metà del tempo a propria disposizione. Con il bilancio di previsione il Fondo Crisi da noi chiesto è stato assunto come Fondo Famiglie e imprese, insieme a uno stanziamento per il sostegno agli affitti che si potrà concretamente costituire solo a consuntivo approvato.
A tutt’oggi rimangono ancora in sospeso la definizione dei criteri di gestione del Fondo, la sua articolazione, la necessaria casistica. Se si aggiungono i tempi per la presentazione di eventuali bandi di accesso, si riuscirà forse ad avere strumenti operativi nel prossimo autunno.

Nel frattempo, la commissione avrà cessato da molto la propria esistenza, mentre la crisi economica è già in atto e coinvolge duramente famiglie e imprese del territorio. Di fronte alle prime emergenze, si è rivelata l’impotenza dell’Amministrazione Comunale di intervenire con risposte adeguate.

Inevitabile oggi la disillusione sentita da chi, come noi, mai ha fatto mancare il proprio lavoro e la propria concreta collaborazione. Inevitabile perché le discussioni sullo Sportello per le Imprese – già esistente e poco funzionale – così come il tentativo di salvare il salvabile di quanto resta del PSTL, per quanto interessanti in sé dovrebbero rientrare nei compiti dell’ordinaria amministrazione.
La Commissione, al contrario, è nata per trovare soluzioni concrete e attuabili con rapidità. Se una finalità e un metodo diversi non la caratterizzassero rispetto a quelle esistenti, a che scopo istituirla con una scadenza di 120 giorni?
Non volendo dover fronteggiare l’ennesima melina della politica, e avendo lavorato tanto da non sentire nemmeno le geremiadi di chi scopre la commissione quando si mette il dito nella piaga, ci sentiamo autorizzati a chiedere un colpo di reni rispetto ai temi che importano davvero alle famiglie.
Resta incomprensibile l’atteggiamento del consigliere unico di Rifondazione Comunista che, prestando il fianco a facili strumentalizzazioni del centro-destra, ha deciso pubblicamente di non partecipare ai lavori della Commissione socio–economica (l’unica senza gettone di presenza) formulando ancora una volta attacchi privi di fondamento al Partito Democratico ed alla consigliera Erica D’Adda alla quale tutto il gruppo consigliare esprime la più sincera solidarietà, augurandosi che il dibattito politico in città possa finalmente uscire dalla palude dei personalismi e trovare momenti seri ed alti di confronto propositivo sui temi che toccano da vicino i cittadini.

Gruppo consiliare PD

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Pubblicato il 04 Aprile 2009
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