Gabriel de Mortillet, lo “scopritore” parigino di Golasecca

Nell'Ottocento fu tra i primi a studiare le testimonianze archeologiche della cultura celtica sulle rive del Ticino

Gabriel de Mortillet, chi era costui? Un legame sottile unisce questo studioso parigino e il nostro territorio, in particolare la zona di Golasecca: Mortillet, uno dei padri degli studi preistorici in Europa, fu infatti il primo ad indagare la zona del Monsorino di Golasecca e a mettere in relazione le grandi pietre con la cultura celtica dell’età del Ferro. Pose dunque le basi per gli studi su quella che fu poi chiamata, appunto, "cultura di Golasecca". La figura dello studioso sarà al centro di una conferenza venerdì 1 maggio alle 20.30 alla Sala Polivalente “Albino Calletti”, nel parco comunale “Giovanni Sibilia” di Castelletto Sopra Ticino. Relatrice sarà la dottoressa Veronica Cicolani: si è laureata all’Università di Bologna (sede di Ravenna) in Conservazione dei Beni Culturali (indirizzo archeologico) ed ha poi proseguito brillantemente gli studi nell’ambito dell’archeologia protostorica con una borsa di studio all’Ecole Normale Supérieure (ULM) di Parigi. Dopo aver tenuto anche alcuni corsi all’Università di Tours, sta completando presso la stessa sede la sua tesi di dottorato sui ritrovamenti di reperti golasecchiani in contesti protostorici transalpini. 

La dottoressa Cicolani collabora anche con il MAN – Musée d’Archéologie Nationale (Musée des Antiquités nationales) di Saint-Germain-en-Laye presso Parigi, in particolare nella cura di una grande mostra sul ruolo europeo della cultura di Golasecca (Passeurs des Alpes. La culture de Golasecca dans le circuit européen des échanges -VIIIe-Ve s. av. J.-C.) la cui inaugurazione è prevista per il  24 novembre 2009. Nella sua relazione richiamerà il rapporto che lega la cultura di Golasecca al museo parigino soprattutto attraverso l’opera di uno dei suoi padri, Gabriel de Mortillet (Meylan 1821 – Saint-Germain-en-Laye 1898), primo sistematizzatore della cronologia preistorica europea. Questi fu esule in Italia a seguito del suo esilio dalla Francia per la partecipazione ai moti del 1848, conobbe l’ambiente dei primi studiosi italiani di preistoria (in particolar modo Bartolomeo Gastaldi a Torino e Giovanni Capellini a Bologna) e contribuì alla nascita delle discipline preistoriche nel nostro paese. Poco prima del suo rientro in Francia (1864) eseguì alcune ricerche e scavi presso Golasecca sulle orme dell’abate Giani: in questa occasione (1865) indagò e rilevò i primi circoli di pietre del Monsorino di Golasecca (da lui citato come loc. Malvai presso Sesto Calende), riconoscendone il carattere di tombe attribuibili a Celti della prima età del Ferro e dandone anche una immediata notizia su una rivista d’attualità tipica dell’epoca, il “Magasin Pittoresque”, in riposta ad un critica avanzata da H. Martin sui monumenti megalitici celtici in Europa. Attraverso diversi canali e collezioni e soprattutto grazie agli scavi effettuati nel mese di giugno del 1873 da Alexandre Bertrand a Galiasco, grazie all’aiuto di Paolo Guazzoni braccio destro di P. Castelfranco, il materiale della cultura di Golasecca continuò ad essere raccolto nel XIX secolo al Musée des Antiquités nationales, che oggi vanta una consistente raccolta, poco esposta al pubblico e destinata ad essere valorizzata proprio nella prossima mostra. Fu in effetti il riconoscimento del carattere “celtico” della cultura da parte di Gabriel de Mortillet e difesa anche da Alexandre Bertrand direttore dell’odierno Museo d’Archeologia nazionale di Saint-Germain-en-Laye che stimolò l’attenzione costante del museo parigino ai ritrovamenti, anche per l’interesse nazionale verso la problematica delle origini dei Celti. Oggi una più articolata visione delle dinamiche della protostoria europea restituisce un ruolo ancora più importante alla cultura di Golasecca, che si configura anche nella prospettiva dei ricercatori francesi  come uno dei mediatori di quel  processo di interrelazione tra le culture mediterranee e le popolazioni dell’Europa centro-occidentale che ha costituito le prime basi della costruzione della cultura europea.

 

Per informazioni:

Anna Maria Locarno, tel: 335.7603449

 

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Pubblicato il 29 Aprile 2009
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