Quadrio Curzio: «Stiamo meglio degli altri, la ripresa è possibile»
L'economista ha raccontato una Italia che non ci si aspetta: con gli strumenti intrinseci per battere la crisi e manovre del governo migliori di quel che sembra a prima vista. A partire dalla social Card
Non sono certo parole scontate quelle che ha pronunciato Alberto Quadrio Curzio sulla crisi, a Varese.
L’economista e professore alla Cattolica, intervenuto in un incontro organizzato da Varesevive all’ex cinema Rivoli e intervistato da Federico Bianchessi, ha prima introdotto la situazione europea e poi commentato gli interventi del Governo Italiano: sostenendo in maniera originale iniziative spesso contestate, se non nella sostanza, almeno nella tempistica. «E’ stata una scelta giusta quella del ministro dell’Economia, di varare la Finanziaria prima dello scoppio della crisi. Ha dato delle certezze che se fosse stata varata nei mesi segurenti non si sarebbero potute conservare. Inoltre, è importante che l’Italia sia a tutt’oggi l’unico paese che non abbia ancora dato una lira alle banche».
Parole che non si sentono di solito nei dibattiti sui media nazionali e che sono diventate invece patrimonio del pubblico intervenuto a Varese (che vedeva anche uditori eccellenti, come i colleghi accademici Renzo Dionigi e Robertino Ghiringhelli). Come la battuta sulla contestatissima social card: «Io sono favorevole alla social card di Tremonti, perchè lavorava sul potere d’acquisto degli italiani, non sul reddito: era perciò molto mirata e costringeva gli italiani a comprare, che era l’obiettivo principale. Qualcuno ci ha fatto sopra dell’ironia ma io la considero efficiente. Se poi in oltre 400mila la stanno usando e i punti vendita hanno fatto sconti considerevoli, non si può negare che abbia avuto effetti concreti».
Diversa invece l’opinione sulle opere pubbliche, che: «Vanno fatte solo dove servono. Se mi dice che in Lombardia vanno realizzate le infrastrutture sono d’accordo. Se mi dice invece che per fare ripartire l’economia ci vuole il ponte sullo stretto rispondo che per me è una sciocchezza. Molto meglio sarebbe dotare la Sicilia di una dignitosa ed efficace viabilità interna, che non ha e che si meriterebbe, avendo sei milioni di persone residenti. Servirebbe certamente più di un ponte, dopo il quale tutti si imbottiglierebbero».
Quadrio Curzio, in ogni caso è ottimista: l’idea di fondo è che l’Italia se la caverà, prima e meglio degli altri. Perchè «La ricchezza complessiva delle famiglie italiane rasenta i 12mila miliardi di euro: è veramente considerevole. E in più l’indebitamento è molto basso. Però l’Italia non può uscire dalla crisi per conto suo: anche perchè noi siamo un paese fortemente esportatore e finchè non reagiscono gli altri paesi la ripresa non può esserci pienamente nemmeno per noi».
Il vantaggio nostro però è che :«Noi siamo in condizioni migliori degli altri. I consumi in Italia non sono troppo diminuiti nei primi mesi del 2009, il che significa che la capacità d’acquisto tiene. E che, se il Governo avesse alleggerito le tasse, gli italiani non avrebbero speso di più: avrebbero risparmiato».
Malgrado c’è chi abbia nei primi mesi remato un po’ contro: «Il sistema bancario italiano non è stato generoso con il sistema produttivo. Avrebbe potuto essere un po’ più coraggioso, senza mettere in difficoltà le imprese. La misura annunciata di ricorrere al prefetto per garantire il credito, misura che peraltro non mi trova concorde, aveva almeno il valore di monito e minaccia nei confronti di chi nicchiava»
Insomma, malgrado si guardi bene «Dal fare previsioni, prima che mi arrestino per aggiottaggio. In questi casi esporsi è sempre rischiosissimo», una via d’uscita per il paese già la vede: «Se i prezzi del petrolio rimangono bassi per un periodo di tempo sufficiente, tenendo bassa inflazione e bolletta energetica, è possibile che questa situazione possa dare respiro alle imprese, e anticipare la ripresa. Se però ci saranno benefici fiscali, specialmente alle piccole e medie imprese che hanno deciso di fondersi. Questo mi sembra il sistema più veloci: credo meno nell e misure che puntano più sui consumi, perchè gli italiani sono molto prudenti. Prima di lanciarsi in un aumento di consumi, e quindi dare spinta alla ripresa, ci impiegheranno del tempo».
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