Vigili tirati giù dal letto, scatta la protesta
I sindacati contro la reperibilità notturna. Secondo i lavoratori non sarà garantita la sicurezza
La reperibilità notturna scatena la reazione dei vigili urbani: gli agenti non ci stanno a vedersi imporre una nuova direttiva che li costringe ad alzarsi dal letto a qualsiasi ora. E’ la nuova guerra che agita il comando di via Sempione, dove gli scontri tra comandante e lavoratori sono diventate una costante nel tormentato mondo delle sicurezza cittadina. La musica non è cambiata neanche con il nuovo dirigente, Gianni De Gaudenz, che – insieme all’amministarzione comunale – è stato denunciato per comportamento antisindacale dal Sulpm, il sindacati di categoria dei vigili. Per capire cosa stia
accadendo bisogna fare una premessa: la polizia municipale non lavora la notte e la città è sorvegliata solo da polizia e carabinieri. La coperta è troppo corta, i 55 vigili in servizio effettivo sulle strade sono divisi su tre turni diurni e l’ultimo smonta alla una. “E’ giusto essere reperibili in caso di incidente grave – sottolinea il segretario del Sulpm Alessandro Conte – ma ora dovremo uscire anche per un fanalino rotto”. Stare in allerta la notte, non è più facoltà di scelta, ma diventa ordine di servizio.

La protesta non ha motivi economici dietro. “Noi non vogliamo più soldi, le uscite sono pagate come straordinario notturno e nessuno contesta questo punto – dice il sindacalista – ma chiediamo una distribuzione di lavoro meno faticosa. Se un agente esce la notte – spiega Conte – non ha diritto al riposo la mattina, e avere agenti stanchi e stressati non garantisce la sicurezza”.
La direttiva è entrata in vigore il primo maggio ed è un ordine di servizio vincolante. Secondo i sindacati il comandante ha deciso tutto da solo; in gergo si dice decisione unilaterale, e senza consultare nessuno. Non c’è niente di meglio, in genere, per ottenere l’unità sindacale. E infatti nell’assemblea del 29 aprile scorso, il mandato contro l’amministrazione è stato largamente condiviso. Ma non c’è solo un problema interno.
Secondo il Sulpm, in questo modo, non viene lo stesso garantita la sicurezza in città: insomma, la reperibilità notturna non serve e servirebbe solo a mostare che i vigili ci sono anche la notte, quando nella realtà saranno sempre molto in ritardo : “Un agente ha 30 minuti per andare al comando, prendere il mezzo e recarsi sul luogo dell’incidente, possono passare anche 45 minuti prima dell’intervento, ed è troppo”. E allora come bisognerebbe fare? “Un agente deve essere già al comando per arrivare in fretta – spiega Conte – secondo noi, le strade sono solo due: o si assume del nuovo personale, e si aggiunge il turno notturno. Oppure, si depotenzia il turno diurno, e si aggiunge un turno notturno. Non ci sono altre soluzioni. Il resto, è uno specchietto per le allodole”.
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