I volontari del Parco Ticino tra le terre d’Abruzzo

I volontari della protezione civile, dal 6 aprile tra i terremotati abruzzesi, al seguito della colonna mobile della Regione Lombardia, si trovano ancora sul luogo del disastro che ha ‘sventrato’ una regione

La terra è tornata ancora a tremare in Abruzzo. E il pensiero dei volontari della Protezione Civile del Parco del Ticino  certamente è andato subito là. A quelle bambini che hanno conosciuto, incontrato, aiutato e supportato ‘portando a casa’ più di quanto hanno concretamente dato. I volontari, dal 6 aprile tra i terremotati abruzzesi, al seguito della colonna mobile della Regione Lombardia, si trovano ancora sul luogo del disastro che ha ‘sventrato’ una regione. Con turnazioni settimanali, in squadre di 10/12 persone.
"I nostri hanno inizialmente montato tende e allestito il campo – come spiega il referente di tutti i volontari Lorenzo Poma – In seguito ci è stato affidato il servizio di sicurezza ed antincendio, la logistica spicciola, la gestione del magazzino degli aiuti umanitari dei campi di Monticchio 1 e 2. Siamo partiti con due o tre mezzi alla volta, con il supporto sempre di un altro antincendio e auto per il trasporto del personale”.
Un lavoro prezioso quello delle decine di volontari del Parco che non ha escluso anche la disponibilità  alle mansioni più umili, ma necessarie per le esigenze minime vitali.  Nei primi giorni hanno trasportato forni microonde, scarpe, stufette, carne, brande, cuscini, materassi, detergenti e generi alimentari vari. “Tanti beni materiali, certo. Ma siamo tornati indietro, alle  nostre famiglie ricchi di beni ‘spirituali’, e soprattutto un’esperienza unica nel cuore”, dice Poma.

E  ancora gli viene un nodo alla gola a pensare alle persone e alle emozioni vissute in questa missione che sarà archiviata tra le “memorabili per tanti volontari”, al pari forse della Missione Arcobaleno, esattamente 10 anni fa, in Albania (con due turni di 15 giorni a Kukes, sempre alla testa della Colonna Mobile della Regione Lombardia).  Lui, e tanti altri, da padri  di famiglia difficilmente dimenticheranno gli occhi ed i sorrisi di tanti bimbi che si rivolgevano al magazzino gestito da loro in cerca di qualche gioco per trascorrere il tempo e scacciare i brutti ricordi di morte distruzione.
“E’ stata una bella esperienza, che ti lascia il magone. Tante volte guardandoli abbiamo pensato che sarebbero potuti morire”, e non è difficile credere che sia pronto a ritornarci. “I disagi che sei costretto ad affrontare in queste esperienze, eccessivo freddo di notte e d’invverno, o caldo irrespirabile sotto le tende d’estate, notti più o meno insonni e sempre con l’orecchio teso ad intervenire in caso d’emergenza non li senti neppure…Ti scatta una carica che ti insegna molto, aiuta a ridimensionare i problemi ed affrontare la vita in modo molto diverso. Un’esperienza da provare”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Luglio 2009
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