Liberamente Politica, mal di pancia “democristiani” nel PdL

Si inaugura la sede bustocca del gruppo interno al partito e che fa riferimento alla corrente formigoniana: è quella già appartenuta all'UDC

Aria di smarcamenti nel PdL, dove Liberamente Politica, il gruppo nato nel 2006 intorno a Raffaele Cattaneo e Pippo Gibilisco si fa avanti inaugurando la sala di via Quintino Sella, 9. La stessa in cui alcuni mesi fa andava in scena il clamoroso abbandono dell’Udc da parte del gruppo cittadino quasi al completo passato nel partito berlusconiano.
Ora però la vecchia identità democristiana, in questo Paese in cui il passato non vuol mai cambiare, si fa sentire con forza. E i discorsi uditi sanno quasi di eresia. Sicuramente di sottolineatura di una identità, di ricerca di spazi di manovra.

Un piccolo parterre de roi in sede: non mancava l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, il consigliere regionale Paolo Valentini, l’assessore comunale Claudio Fantinati, i consiglieri comunali Orsi, Salomi e Farhanghi, l’ex assessore Zingale, ospiti graditi il sindaco Farioli e un suo predecessore come il senatore Gian Pietro Rossi. "Un’associazione di cultura politica, uno spazio aperto di presenza e di sussidiarietà": così Gibilisco, ex sindaco di Varese e "vecchio democristiano" reo confesso di nostalgia, che non manca di ricordare come Liberamente Politica faccia riferimento a Roberto Formigoni. Importante è esserci sul territorio, "non in tv o sui giornali" rimarcherà Valentini: per una forza politica il cui capo assoluto ha fatto la sua fortuna sul controllo dei media non è pensiero di poco conto.
L’"ospite" Farioli, proveniente dalle file liberali a differenza degli esponenti ex DC presenti, rimarca che alla politica d’oggi serve un confronto-scontro franco sulle idee, non "su personalismi non sempre confessabili in consiglio comunale" (chi di dovere prenda nota ndr). E una politica laica, nè laicista nè clericale, che non si vede, dice.

A rompere il ghiaccio è naturalmente Cattaneo. Mancano spazi di confronto e approfondimento sulle idee, concorda l’assessore regionale. "La politica è stata ridotta a un teatrino: la vogliamo così? No di certo, almeno non noi che siamo qui". Non si può non essere disgustati, sostiene in una quasi obbligatoria difesa del Capo, quando "il pettegolezzo conta più di ciò che comporta la nascita del più grande partito italiano dai tempi della DC".
Le parole si fanno però piuttosto chiare, e denotano fastidio e insofferenza. "La politica va fatta dal basso, non dall’alto. E in un tempo in cui chi va in Parlamento viene deciso nelle segrete stanze, sosteniamo il voto di preferenza". Ma questo è il meno: seguono avvertimenti precisi. "La libertà abbonda nei simboli e nei nomi di partito, ma non sempre è poi praticata. Libertà e popolo sono concetti importanti. Non vogliamo restare intruppati in un partito in cui qualcuno ha già deciso tutto e gli altri devono allinearsi".
La politica, denuncia, "non deve ridursi a gestione del potere", altrimenti allontana la gente. In questo contesto in cui si odono scricchiolii "chi vuole dire qualcosa di diverso si metta a lavorare, come fecero i monaci alla caduta dell’Impero Romano. Noi cominciamo a farlo, ritrovandoci come piccoli cenobi di libertà". Lette fra le righe, queste affermazioni non sono di circostanza.

Ma non è l’unica sorpresa (relativa) dell’appuntamento prima del taglio del nastro. Il senatore Rossi, da buon bustocco, sfodera un’anima localista, anzi  si confessa apertamente per il localismo: "volo basso ma grido ‘libertà’ e ‘padroni a casa nostra’". La lezione di Bossi, insomma, è contagiosa. "Il localismo ha senso solo in quadro globale, quando non ci si chiude" avvertirà Cattaneo.
In ultimo, qualche riferimento alle vicende della segreteria cittadina del PdL: dalle mezze ammissioni di Cattaneo e di altri personaggi locali si desume che l’accordo a favore di un esponente locale di provenienza An possa andare in porto. E già circola qualche nome.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Luglio 2009
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