Acqua, consumatori: “Non finisca nelle mani dei privati”
Adusbef e Federconsumatori: «Trattare il tema dell'acqua così come si sta facendo in questi giorni in Parlamento è francamente irresponsabile»
«Trattare il tema dell’acqua così come si sta facendo in questi giorni in Parlamento è francamente irresponsabile». Lo affermano Adusbef e Federconsumatori nel giorno dell’esame in Aula del decreto ‘obblighi comunitarì che all’art.15 riforma il servizio idrico affidandone la gestione ai privati tramite gara.
«Non vi è solo una questione di metodo, per cui si intende liquidare alla svelta la questione anche attraverso ipotetici voti di fiducia, ma vi sono anche questioni di merito assai rilevanti. Prima fra tutte la decisione di privatizzare in termini definitivi e tassativi la gestione del servizio idrico, passando cioè da un monopolio naturale a un monopolio privato, senza poter contare, in questo modo, sulla concorrenza di mercato e, secondo l’esperienza che nel Paese già si è fatta, determinando maggiori tariffe per questo servizio».
La seconda questione, proseguono le due associazioni, è che tale legge «espropria i poteri degli enti locali, e, teoricamente, delle cittadinanze locali in merito al servizio idrico. Noi siamo pregiudizialmente contrari ad affidare una risorsa fondamentale come l’acqua, considerato un bene dell’umanità, in mano a privati – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef – Per tale motivo ci siamo opposti e ci opporremo in maniera molto determinata a tale operazione. Qualora non ci siano sussulti di »dignità parlamentare« che determinino uno scorporo delle normative sulla questione del servizio idrico, metteremo in campo tutte le iniziative in nostro potere perchè tale misura non diventi operativa, a partire dalla raccolta di firme per un Referendum abrogativo».
Cancellata tale norma, chiedono, «si apra finalmente nel nostro Paese una riflessione istituzionale sul sistema idrico, sulla razionalizzazione e sulla gestione funzionale dello stesso, basandosi sui criteri fondamentali di efficienza ed efficacia, che devono trovare spazio nella gestione pubblica. Inoltre, a differenza di altri settori dei servizi pubblici, la copertura economica del servizio idrico si dovrà realizzare sia attraverso le tariffe da parte delle famiglie, e sia da parte della fiscalità generale, con norme chiare e trasparenti».
«Non vi è solo una questione di metodo, per cui si intende liquidare alla svelta la questione anche attraverso ipotetici voti di fiducia, ma vi sono anche questioni di merito assai rilevanti. Prima fra tutte la decisione di privatizzare in termini definitivi e tassativi la gestione del servizio idrico, passando cioè da un monopolio naturale a un monopolio privato, senza poter contare, in questo modo, sulla concorrenza di mercato e, secondo l’esperienza che nel Paese già si è fatta, determinando maggiori tariffe per questo servizio».
La seconda questione, proseguono le due associazioni, è che tale legge «espropria i poteri degli enti locali, e, teoricamente, delle cittadinanze locali in merito al servizio idrico. Noi siamo pregiudizialmente contrari ad affidare una risorsa fondamentale come l’acqua, considerato un bene dell’umanità, in mano a privati – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef – Per tale motivo ci siamo opposti e ci opporremo in maniera molto determinata a tale operazione. Qualora non ci siano sussulti di »dignità parlamentare« che determinino uno scorporo delle normative sulla questione del servizio idrico, metteremo in campo tutte le iniziative in nostro potere perchè tale misura non diventi operativa, a partire dalla raccolta di firme per un Referendum abrogativo».
Cancellata tale norma, chiedono, «si apra finalmente nel nostro Paese una riflessione istituzionale sul sistema idrico, sulla razionalizzazione e sulla gestione funzionale dello stesso, basandosi sui criteri fondamentali di efficienza ed efficacia, che devono trovare spazio nella gestione pubblica. Inoltre, a differenza di altri settori dei servizi pubblici, la copertura economica del servizio idrico si dovrà realizzare sia attraverso le tariffe da parte delle famiglie, e sia da parte della fiscalità generale, con norme chiare e trasparenti».
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