“Ambulanti in piazza Risorgimento, avevamo ragione noi”
Intervento del consigliere comunale Cinzia Colombo in merito al rifacimento della piazza e alla "fuga" degli ambulanti
Non c’è pace su Piazza Risorgimento. A distanza di un anno dall’apertura della nuova rotatoria, il piccolo mercato ospitato da lunedì a venerdì in piazza rischia di scomparire. La colpa, dicono i commercianti ambulanti, è della crisi, ma anche della nuova collocazione lungo via XX settembre.
La denuncia è stata raccolta e fatta propria dalla consigliera della Sinistra Cinzia Colombo, che già nel mese di novembre aveva presentato in consiglio comunale un’interpellanza sul caso: «Il grande svincolo non ha affatto migliorato la viabilità, come era facile prevedere, ma ha reso più difficile e pericoloso il passaggio di biciclette e pedoni, come i numerosi incidenti dimostrano con oggettività. E ha penalizzato i negozi della ex piazza. I commercianti ambulanti spostati in via XX Settembre hanno perso così tanti clienti da ipotizzare una loro abbandono del luogo e pure i negozianti lamentano un grave calo. Ci sarà di mezzo anche la crisi, non c’è dubbio. Ma l’avere voluto trasformare una piazza del centro cittadino che poteva essere attraversata, percorsa e vissuta, in un pericoloso svincolo stradale degno di una tangenziale ha prodotto i risultati che oggi purtroppo patiamo». Il problema, aveva spiegato il vicesindaco Paolo Caravati rispondendo all’interrogazione, è di difficile soluzione, perché gli spazi sono quelli che sono: la grande rotonda occupa molto spazio, altri metri quadri sono stati dedicati ai parcheggi, per evitare un’eccessiva riduzione. «La soluzione proposta agli ambulanti è l’unica possibile» aveva concluso il vicesindaco e assessore al commercio».
Di fatto lo spazio pubblico rischia di scomparire, destinato solo al transito delle automobili e al parcheggio: alcuni negozianti hanno già abbandonato la piazza, altri hanno ridotto la loro presenza.
«Meglio avrebbe fatto il sindaco – continua la Colombo – ad ascoltare i tanti cittadini e cittadine che avevano manifestato il proprio dissenso a quel progetto, costato alle casse pubbliche quasi 2.500.000 di euro e alla salute pubblica la scomparsa di circa 50 piante ad alto fusto. Allora i cittadini scesero nel cantiere per impedirne l’attuazione (in una città non certo abituata a tali iniziative), obbligando la giunta e i partiti di centrodestra che la sostengono a tagliare gli alberi nei giorni di ferragosto, approfittando dell’assenza vacanziera dei più. Ci auguriamo che almeno sui progetti in cantiere, come ad esempio la prevista tangenzialina che passerà davanti alle scuole elementari di Cascinetta e Ronchi, la giunta sappia essere meno miope. Dimostrando perlomeno di sapere imparare dai propri errori».
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