Dimissioni in blocco, cade il sindaco di Golasecca

Sette consiglieri dimissionari e Madì Reggio non è più sindaco. Tra i dissidenti il vicesindaco Manenti, l'assessore Casalucci e il consigliere di maggioranza Visconti. Con loro i quattro di minoranza

Sorpresa a Golasecca. Sette consiglieri comunali, tra i quali il vicesindaco ed un assessore, hanno presentato le dimissioni in Comune, facendo cadere di fatto il sindaco Maria Maddalena Reggio e la sua giunta. Una decisione maturata per il venir meno dell’adesione al programma: così hanno spiegato la propria scelta Giordano Manenti e Cristian Casalucci, rispettivamente ex vicesindaco e assessore alle Politiche Giovanili, affiancati da Francesco Visconti, consigliere comunale di maggioranza e dai consiglieri comunali d’opposizione, l’ex sindaco Aldo Pandin, Cinzia Chierichetti, Massimo Gugliotta e Umberto Serafino Pinetti (i primi tre della lista “Difendere Golasecca”, l’ultimo della Lega Nord). Sette firme che affossano la giunta e sanciscono il commissariamento del Comune che da qui a marzo sarà guidato da un commissario straordinario (la nomina è attesa per mercoledì 16 dicembre).
 
Amareggiata e sorpresa Madì Reggio: «In mattinata avevo discusso con il vicesindaco Manenti Maria Maddalena Reggio, ex sindaco di Golaseccadelle sue possibili dimissioni – spiega -. Poi mentre ero in riunione a Busto Arsizio, alle 16, mi è giunta la notizia delle dimissioni in blocco. Un gesto sleale, soprattutto perché nelle frequenti riunioni della maggioranza non se ne è mai parlato, in consiglio comunale hanno sempre votato le delibere votando favorevolmente e compatti. I questi mesi abbiamo fatto molto – prosegue l’ex sindaco -, dai lavori per le politiche sociali all’arrivo prossimo dell’Adsl, dalla riattivazione della prima media al micronido che nascerà entro fine dicembre, dai progetti per ristrutturare la chiesa di san Michele e l’Antiquarium fino al convegno del Cuv su Malpensa dove abbiamo potuto raccogliere le tesi dei comitati e di Sea. Abbiamo fatto tanto, ci siamo mossi a 360 gradi per il bene della città. Siamo nati come una lista civica, questa rottura improvvisa non è spiegabile se non con altre ragioni che esulano dal lavoro della giunta».
 
In una nota il gruppo guidato da Manenti, Visconti e Casalucci si legge che «la gestione amministrativa svolta fino a questo punto non ha rispettato i proponimenti promossi in campagna elettorale. Pertanto – aggiungono i fuoriusciti -, alla luce di questo frangente, congiuntamente ai gruppi di minoranza abbiamo concordato la necessità di rassegnare le dimissioni dall’incarico, concretizzando la chiusura di questo mandato rappresentativo. Si vuole sottolineare che tale drastica e sofferta decisione, trova il suo fondamento che dal mese di luglio scorso, nel gruppo non c’è stata condivisione nelle scelte e non solo da parte nostra. Abbiamo sempre dovuto, dopo aver discusso, accettare e votare per mantenere coesa la maggioranza. Molte volte abbiamo ratificato scelte già formalizzate, sempre per adempiere al mandato affidatoci. Ma a tutto c’è un limite. A nostro avviso tutto andava discusso e portato a conoscenza all’interno del gruppo, non rincorrere ogni volta consiglieri o assessori in disaccordo con la gestione, tirando la coperta da una parte o dall’altra a seconda della rottura. Si evidenza che nelle scelte intraprese, gli assessori ed il sindaco sono stati preventivamente avvisati».
 
Ora la palla, nel Comune di circa 2500 anime in riva al Ticino, passa al commissario prefettizio fino al 28 marzo, quando si tornerà a votare e si potrebbero rivedere le stesse facce coinvolte in questa vicenda su due parti diverse della barricata.

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Pubblicato il 15 Dicembre 2009
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