E adesso la Lombardia guiderà l’aerospaziale italiano
Sala gremita al Palazzo delle Stelline per la prima convention del nascente distretto aerospaziale lombardo. Formigoni: «Finlombarda dovrà trovare i soldi». Graglia (Unione industriali della provincia di Varese): «Un modello che pensiamo possa fare scuola e che non escludiamo di replicare anche in altri settori»
È vero che siamo in piena campagna elettorale, ma le promesse di Roberto Formigoni fatte agli imprenditori del settore aerospaziale nazionale, che gremivano la Sala Manzoni del Palazzo delle Stelline di Milano per la prima convention del nascente distretto, non potranno essere “rimangiate” facilmente. La più importante è quella riguardante i soldi necessari per far decollare il progetto. «Finlombarda, la finanziaria regionale, – ha detto il governatore – siederà al tavolo con le istituzioni che si riunirà tra poche settimane per ufficializzare la nascita del distretto. Sarà lei che dovrà reperire le risorse necessarie a sostenerlo».
La seconda promessa riguarda il ruolo delle imprese lombarde nel settore aerospaziale italiano, che conta eccellenze anche in Piemonte, in Puglia e nel Lazio. «Siamo disponibili ad aderire al distretto nazionale – ha precisato Formigoni – ma riteniamo, non per spocchia, che la governance di questa azione di squadra spetti alla Lombardia».
Con un fatturato annuo di 3,8 miliardi di euro, in crescita del 30% negli ultimi due anni, una quota pari all’85 per cento dell’export nazionale, l’aerospaziale lombardo rappresenta una partita strategica nell’economia e anche nella politica italiana per le evidenti ricadute nei rapporti internazionali. Non a caso Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle Infrastrutture, ha definito «un punto chiave» la nuova alleanza tra istituzioni e imprese del settore. Alleanza che, secondo l’assessore, dovrà puntare a tre obiettivi: preservare le eccellenze («che si possono anche perdere») con l’innovazione; investire in formazione (perché il settore aerospaziale ha il più alto tasso di occupazione di giovani laureati) ; mantenere le gambe e le radici ben salde sul territorio e la testa nel mondo («il distretto regionale va collocato nella scala globale»). Aspetto, quest’ultimo, sottolineato anche dall’assessore regionale Massimo Buscemi, secondo cui «il distretto dovrà far sentire la sua voce anche a Bruxelles».

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