Linea diretta tra 113 e pronto soccorso per evitare episodi di pericolo

È stato attivato un filo diretto tra la sala operativa della polizia e il pronto soccorso per aumentare la tutela di chi lavora a volte in condizioni difficili

Il dd dell'ospedale Bergamaschi, il questore Cardona, il primario PerlascaGli operatori del PS del Circolo, medici infermieri e tecnici, sanno di lavorare in un posto di frontiera. Quando timbrano il cartellino sanno di andare incontro a momenti di adrenalina pura tra casi di vera emergenza ed episodi di intolleranza. E se, durante il giorno, sono soprattutto le estenuanti attese nei momenti di picco massimo a scatenare reazioni incontrollate da parte degli utenti, la sera e la notte, in particolare, sono i fumi dell’alcol o delle sostanze stupefacenti a influrire sulla stabilità emotiva di chi arriva in PS: «Il nostro pronto soccorso dà direttamente sulla strada – spiega ila vicecaposala Barbara Alfa – e a volte le tensioni esplodono in modo incontrollabile».

Tanta insicurezza da parte di chi è chiamato a prestare soccorso era da tempo tra le preoccupazioni del direttore generale dell’azienda Walter Bergamaschi che, confrontandosi con il Questore Marcello Cardona, ha deciso di porre rimedio a tanta instabilità: «Abbiamo messo a punto un sistema per garantire maggiore sicurezza agli operatori del PS – ha spiegato il Questore – non un espediente unico, ma un progetto organico che crea un filo diretto tra la sala operativa del 113 e il pronto soccorso di via Guicciardini».

La postazione telefonica spiegata dal Questora CardonaÈ partito, dunque, un collegamento telefonico dedicato dove il responsabile del PS potrà accedere immediatamente alla centrale operativa che invierà i soccorsi necessari a gestire la situazione: «La tempestività è anche preziosa nelle indagini – ha ricordato il dottor Cardona – per fare i rilievi, per acquisire informazioni». Presto il sistema si amplierà permettendo l’invio per via telematica dei referti che il PS è per legge tenuto ad inoltrare alla polizia.

L’innovativo progetto, che a Varese si sperimenta sotto lo sguardo interessato di Roma, si è potuto avviare grazie soprattutto al potenziamento delle volanti di notte. Sono tre, di fatti, le pattuglie che controllano la città e una di queste verrebbe immediatamente inviata all’ospedale in caso di chiamata.
«All’interno del Ps c’è un punto di polizia con personale che opera di giorno – ha ricordato il dg Bergamaschi – è indubbiamente una risorsa perchè serve anche come deterrente e, in alcuni casi, come sicurezza.  La novità di questo accordo sta nella sistematicità dell’attenzione da parte delle forze dell’ordine per il personale che opera in pronto soccorso. Ogni giorno nei nostri ps arrivano circa 300 persone. Di queste oltre la metà va al Circolo, con una media di 170 utenti. Ci sono, però, picchi di superlavoro dove l’attività diventa concitata e altri dove il ps diventa il luogo a cui rivolgersi quando si vive situazioni di disagio, di difficoltà psichica. Questi momenti creano grossi problemi all’organizzazione interna e un grande spreco di risorse».

«A noi si dovrebbero rivolgersi solo i casi urgenti – ha commentato il primario del PS Francesco Perlasca – invece i codici verdi ( i casi lievi) raggiungono l’85,5% del totale e lo scorso anno abbiamo curato cittadini provenienti da ben 85 paesi del mondo».

Una città nella città, dunque, e da oggi avrà anche il suo "speciale" sistema di sicurezza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Febbraio 2010
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