“Quella di Marino è stata una buona battaglia”
L'ultimo saluto a Marino Bergamaschi nella chiesa San Giovanni Battista. Presente tutto il mondo associativo e i vertici nazionali di Confartigianato

A salutare il direttore degli Artigiani per l’ultima volta c’era tutto il mondo associativo: dai sindacati all’Unione degli industriali, passando per Cna, Api, Ascom, Confesercenti, Assolombarda, fino ai vertici di Camera di Commercio. Gli uomini del passato e quelli del presente. C’erano i dirigenti provinciali e quelli nazionali di Confartigianato, in rappresentanza di 500 mila imprese. Nessuno escluso. Una sorta di «concertazione finale», in nome di un uomo che credeva nel dialogo, a volte aspro e duro, ma sempre con la convinzione che lo sguardo di chi ha le leve del potere dovesse privilegiare gli uomini, le famiglie, l’umanità di chi lavora e non solo il profitto.
«Amava la dottrina sociale della chiesa. La sua era una presenza scomoda nel
senso più nobile del termine e scomoda è l’eredità che ci ha lasciato» ha ricordato ancora Stucchi. «In paradiso ci sono le anime e non i portafogli. E Marino ci guarda da lì con il suo sorriso sornione» ha commentato dal pulpito don Mario Ravizzoli che, prima di prendere i voti, era tra i vertici di Confartigianato.

In chiesa c’era anche la gente comune, quelli che conoscevano Marino Bergamaschi solo perché si fermava a parlare per strada con loro. «Lui si interessava alle persone, chiunque esse fossero».
C’erano anche i politici Mario Agostinelli, Raffaele Cattaneo, Stefano Tosi, Attilio Fontana e Giangiacomo Longoni.
C’erano anche i politici Mario Agostinelli, Raffaele Cattaneo, Stefano Tosi, Attilio Fontana e Giangiacomo Longoni.
Ornella Marano, la sua segretaria da sempre, gli ha parlato per l’ultima volta, come una figlia parla a un padre. Una testimonianza toccante di chi condivideva con Bergamaschi la quotidianità del lavoro. «Caro Marino tu sei stato una grande palestra di vita. Un istruttore burbero, ma dal cuore tenerissimo. Eri il nostro papà. Poco tempo fa mentre guardavi fuori dalla finestra dell’associazione hai detto che volevi andare a pescare e quando ti ho chiesto dove, mi hai risposto: “in Paradiso”».
Le lacrime di Giorgio Merletti, presidente dell’associazione Artigiani, si sono unite alle parole commosse rivolte alla moglie Tina, ai figli e ai nipoti di Marino. Un discorso carico di emozione e di senso, pronunciato dalla persona che più di altre, in questi anni, ha condiviso con "il direttore" le speranze e i progetti dell’associazione. «Il vostro papà è stata una grande persona e per me era un amico, prima che un collega. Con Marino sono stati dieci anni belli e intensi, con il suo “moto andante e ondoso”, come amava dire, ci insegnava ad amare il lavoro, l’associazione, a volte tirandoci anche le orecchie. Ma sempre con una capacità e una umanità uniche. Marino ci mancherài. Tutte queste persone sono qui per te. Arrivederci amico mio».
Le lacrime di Giorgio Merletti, presidente dell’associazione Artigiani, si sono unite alle parole commosse rivolte alla moglie Tina, ai figli e ai nipoti di Marino. Un discorso carico di emozione e di senso, pronunciato dalla persona che più di altre, in questi anni, ha condiviso con "il direttore" le speranze e i progetti dell’associazione. «Il vostro papà è stata una grande persona e per me era un amico, prima che un collega. Con Marino sono stati dieci anni belli e intensi, con il suo “moto andante e ondoso”, come amava dire, ci insegnava ad amare il lavoro, l’associazione, a volte tirandoci anche le orecchie. Ma sempre con una capacità e una umanità uniche. Marino ci mancherài. Tutte queste persone sono qui per te. Arrivederci amico mio».
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