Dopovoto a Palazzo Gilardoni, Farioli: “Io tiro diritto”
La Lega avanza, il sindaco resta sereno: per il 2011, decideranno i vertici politici regionali. "A Busto la coalizione tiene, gli elettori ci dicono di continuare. Il PdL? Sia popolo, non somma di correnti autoreferenziali"
Il voto è passato, l’ondata verde Lega ha bagnato anche Busto Arsizio e per il Carroccio sarà presto tempo di passare all’incasso: come, si vedrà. Si parla da tempo di una volontà di tornare ad occupare la poltrona di sindaco. L’ex sindaco leghista Gianfranco Tosi però "frena" ricordando che in un anno può accadere di tutto, e che in ogni caso certe decisioni non verranno prese a Busto Arsizio. Che il clima non sia del tutto idilliaco lo dicono certi scambi di cortesie poco istituzionali, ma date apertamente in pasto ai quotidiani, ad esempio sulla Tarsu.
A Palazzo Gilardoni, nondimeno Gigi Farioli appare sereno, persino di buonumore. Non sembra un sindaco che possa dubitare della sua posizione: e sì che in quattro anni la Lega non l’ha sempre supportato. Più sopportato – e viceversa. I due bilanci di previsione precedenti si erano trasformati in psicodrammi notturni, questo ha dovuto essere rinviato, con tutta la complessa partita Accam, a dopo il voto regionale, perchè il Carroccio potesse soppesare i nuovi equilibri (naturalmente pro domo sua).
Farioli dice e non dice. «L’esito elettorale indica una chiara volontà dei bustocchi di dare mandato a PdL e Lega di continuare su questa linea. Busto è l’unica città in cui il sindaco non è mai andato in minoranza». A dire il vero, quando chiese un anno fa un mandato chiaro su Accam, la Lega gli fece mancare i numeri a suon di assenze. «Politicamente (in consiglio, con tutti in aula ndr) non sono mai andato in minoranza» ribadisce serafico a questa constatazione, «a differenza dei sindaci di altre città della provincia». Per Farioli «a Busto la coalizione tiene, e dà frutto: in quattro anni abbiamo ridotto del 53% l’indebitamento, aumentato di cinque volte gli investimenti senza assumere mutui, attirato circa cento milioni di finanziamenti (conteggiando anche gli ultimi su Accam ndr)», e così via. «Che poi il PdL, in quanto partito di maggioranza relativa, guidi la coalizione ci conforta, che poi la Lega in quanto di minoranza relativa in coalizione sia quella più "di lotta", ci sta». Sì, ma che lotte: a volte ben visibili in consiglio, fino ad esiti clamorosi, per quanto, alla fine, reversibili. Anche dopo la chiusura traumatica dell’amministrazione Rosa, la Lega non ha mai del tutto mandato giù di aver ceduto la poltrona di sindaco a un esponente berlusconiano. E se insistesse, di qui a un anno? Farioli quasi cambia argomento, ma riconosce che determinate scelte saranno fatte "in alto loco". E rieccoci. Si vota infatti nel 2011 a Busto Arsizio, Gallarate e Varese contemporaneamente. Situazioni diverse localmente, ma le decisioni che contano caleranno per forza di cose dai vertici (vedi alle voci "federalismo" e "sussidiarietà" ndr).
«Io tiro diritto» dice Farioli. «Il mio orgoglio comunque è che la città ha dato segno di maturità al voto. Mi complimento con tutti i candidati, gli eletti, con Luciana Ruffinelli in particolare in quanto bustocca, ma anche con Azzi e Cattaneo, e con chi invece non è stato eletto ma ha dato il suo contributo alla campagna». Già, i candidati: il PdL non ha dato l’idea di un partito, confronto alla Lega, ma di molti. Farioli ci medita senza nemmeno che glielo si faccia notare. «Al PdL posso dire che lo considero non un movimento di "colonnelli" ma un popolo, appunto, con dei valori e un leader carismatico. Ed è meglio essere in sintonia con una volontà di popolo che trovarsi in lite fra correnti autoreferenziali». Il messaggio è chiaro: le elezioni sono finite, ed è ora di fare fronte… Comune.
Una preoccupazione infine che Farioli, «da sincero democratico e, prima ancora, liberale», esprime, è quella sull’astensione, altissima alle regionali anche a Busto. «Ai non votanti posso solo dire che astenersi può essere un boomerang, perchè poi altri decideranno per loro». O ti occupi di politica, o la politica si occuperà di te.
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