Coldiretti: «Regolarizzare i coltivatori un esempio da seguire»
L'associazione di categoria plaude all'accordo tra coltivatori e amministrazione sulle aree agricole comunali incolte. L'esempio potrebbe essere seguito anche da altre città
«L’approvazione da parte della giunta di Busto Arsizio dell’accordo per la regolarizzazione dei contratti agrari su aree di proprietà comunale destinate ad attività agricola tra Comune e 16 aziende agricole locali socie di Coldiretti Varese costituisce un modello ‘nuovo’, virtuoso e positivo, che vogliamo trasferire anche ad altre Amministrazioni della Provincia di Varese».
Questo è il commento soddisfatto di Fernando Fiori, presidente della Coldiretti prealpina, che negli scorsi mesi – dopo la positiva esperienza fatta circa due anni fa con la sigla di una convenzione per lo sfalcio dell’ambrosia – aveva sottoposto al Comune di Busto Arsizio l’ipotesi di dare alle imprese agricole locali certezze nella conduzione dei terreni per la coltivazione. «L’accordo interessa 16 aziende e riguarda aree per circa 75 ettari, un tempo anche irrigue ed attualmente coltivate a cereali, mais e foraggere, destinati prevalentemente all’alimentazione del bestiame ed alla produzione di latte» – ricorda Tino Arosio, direttore di Coldiretti Varese. «L’idea della mappatura di questo autentico patrimonio agrario è nata soprattutto dalla necessità di mettere ordine gestionale alla conduzione dei terreni e di dare certezza di continuità agli investimenti tecnici e colturali fatti in precedenza dai coltivatori».
Le aziende interessate all’accordo pagheranno al Comune il canone di affitto e potranno nel contempo – grazie proprio alla stipula di regolare contratto di conduzione di terreni di proprietà pubblica, che avrà peraltro durata di 5 anni rinnovabili – ottenere dall’Unione Europea il contributo comunitario della cosiddetta PAC. «E’ un modello di rapporto tra Amministrazione e la nostra Organizzazione che ha importanti e favorevoli ricadute sul contesto economico locale – evidenzia il presidente Fiori – ma assume allo stesso tempo una valenza particolare specialmente in un contesto ambientale fortemente antropizzato, dove gli spazi per l’attività agricola sono sempre più ridotti e sono sempre più forti le spinte alla sottrazione dei superfici agraria per altre destinazioni d’uso».
In provincia di Varese ormai solo 16.000 (pari ad appena 160 kmq) sono gli ettari che la pianificazione territoriale ha riservato all’agricoltura: «Noi crediamo che anche attraverso questi accordi semplici e non onerosi di fatto per le Amministrazioni pubbliche – conclude Fiori – sia possibile valorizzare l’attività primaria e la sua funzione produttiva e di presidio del territorio, salvaguardandone la destinazione ad uso agricolo, e recuperare anche aree incolte ed abbandonate, ottenendo un ritorno positivo non solo per gli agricoltori ma per l’intera collettività». Mentre molti Comuni stanno definendo i nuovi PGT, Coldiretti Varese lancia l’appello a garantire spazi verdi e agricoli per mantenere e sviluppare l’attività agricola in provincia.
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