Dighe del Rile, il collaudatore: “sono due anni che sollecito le parti in causa”
L'intervento dell'ing. Emilio Magni, cui è affidato l'incarico del collaudo, fondamentale per garantire la manutenzione, segue le preoccupazioni espresse dal Comitato di difesa dalle inondazioni
A Cassano Magnago le precipitazioni intensissime della prima metà del mese non hanno lasciato gravi danni, per fortuna: in passato le preoccupazioni erano molto serie, ma le vasche di laminazione del Rile realizzate a monte dell’abitato negli anni passati hanno di molto diminuito i rischi. Nondimeno, come segnalavano pochi giorni or sono dal comitato cittadino di difesa dalle indondazioni, perdura un problema: non c’è ancora il collaudo ufficiale della struttura. E la mancanza di collaudo implica un vuoto burocratico sulla manutenzione. Trattandosi di opere avviate ormai una decina di anni fa negli interventi principali, si chiedeva di dare un taglio alla situazione e garantire la sicurezza della città. Va precisato che il collaudo di cui si parla è quello relativo alla “Verifica della costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti”, ai sensi della legge regionale lombarda 8/98, non il collaudo tecnico-amministrativo dei lavori principali, regolarmente svolto nel 2001 dal Magistrato per il Po.
Il discorso viene ripreso in un intervento rivolto al sindaco Morniroli, all’assessore Aliprandi e per conoscenza alla stampa dall’ingegner Emilio Magni, nella sua veste di collaudatore delle strutture.
"E’ stato constatato come le vasche abbiano egregiamente assolto il loro compito di “trattenere” l’ondata di piena, rilasciandola a valle con un valore di portata costante" nota Magni. "E’ stato tuttavia evidenziato da più parti lo stato di insufficiente sorveglianza … (vedi cronaca …) ciò che ha fatto registrare numerosi atti vandalici (anche se nessuno di questi ha, finora, pregiudicato la sicurezza dell’area). In qualità di Collaudatore ho seguito personalmente il fenomeno e ho avuto ancora una volta conferma della capacità e validità delle opere eseguite sotto il profilo idraulico e statico.
Perché allora non è stato ancora redatto l’atto di collaudo?"
Magni definisce "fuorvianti" le affermazioni secondo cui “non si può firmare la convenzione fra comune e AIPO (Autorità Interregionale Po) in mancanza di collaudo…” (stampa locale del 15 e 16 maggio c.a.); in realtà, scrive, "le cose stanno esattamente al contrario": infatti “non si può redigere il certificato di collaudo in mancanza dell’esecuzione di alcuni interventi, per la cui realizzazione è stata prevista la sottoscrizione di una convenzione fra comune e AIPO”. Solo allora si potrà redigere in via definitiva il “Disciplinare per l’esercizio, la manutenzione e la vigilanza degli sbarramenti e degli invasi” come da citata legge regionale 8/98.
«Il ritardo nell’esecuzione delle ultime opere mancanti, nonché la definitiva conclusione delle procedure di acquisizione delle aree, perdura ormai da oltre 24 mesi» nota Magni: «si tratta più precisamente di definire e precisare le modalità di esecuzione (ora) e di gestione (poi) dei dispositivi di controllo, di vigilanza degli sbarramenti, delle paratoie automatiche di regolazione, di sorveglianza delle aree di pertinenza e di segnalazione di allarmi e di gestione di situazioni di emergenza, ecc».
Completate queste opere la gestione dei bacini potrà essere trasferita dalla Regione per la parte operativa direttamente ad un Ente di gestione (molto probabilmente il Comune di Cassano Magnago).
I finanziamenti, stanziati da AIPO, sono disponibili fino dal 2005 (epoca del conferimento dell’incarico di collaudo).
«Anche per questo, in qualità di collaudatore, impossibilitato per i motivi suesposti a concludere le operazioni di collaudo, ho più volte sollecitato verbalmente e per iscritto le parti in causa: l’ultimo sollecito (scritto) indirizzato anche alla Regione, cui compete il controllo finale (e dalla quale ho ricevuto l’incarico di collaudo) è esattamente del 23.03.2010; la penultima è del 13.11.2008… In data 06.10.2008 avevo altresì scritto direttamente al Sindaco ed ai Capigruppo del Consiglio Comunale illustrando gli stessi concetti qui enunciati».
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