Appuntamento divenuto ormai consueto, quello che la giunta dell’Unione degli industriali della provincia di Varese tiene una volta all’anno presso l’Università Carlo Cattaneo-LIUC, istituita diciannove anni or sono proprio per iniziativa dell’associazione imprenditoriale locale.
Un’occasione per fare il punto sull’andamento dell’ateneo e per approfondire la conoscenza di quelle iniziative che possono più direttamente interessare l’attività delle imprese.
È stato in effetti questo il tasto toccato più volte dal presidente dell’Unione industriali Michele Graglia, il quale, dopo aver ricordato, insieme al presidente della LIUC Paolo Lamberti, le molteplici attività svolte – da quelle didattiche per i corsi di laurea e per i master, a quelle di ricerca; dai numerosi stage in azienda fatti dagli studenti alla forte proiezione internazionale dell’ateneo – ha evidenziato le diverse convenzioni stipulate da quest’ultimo, negli ultimi mesi, con le associazioni imprenditoriali rappresentative di diversi settori produttivi: plastica e gomma e relativi impianti di lavorazione, tessile-abbigliamento, macchine utensili, oltre alla stessa Unione Industriali varesina per quanto riguarda, in particolare, il master in Energy Manager e quello per il
management per il settore aeronautico.
Si tratta di accordi che sono andati ad aggiungersi a quelli già in essere con l’Associazione aazionale Industrie Grafico Cartotecniche e con IBM, oltre che con pubbliche amministrazioni e ordini professionali e che hanno così accresciuto i già estesi legami tra la LIUC e il mondo dell’impresa e
del lavoro in genere. Tali accordi, in alcuni casi, sono finalizzati ad attivare specifici corsi di studio post-laurea. In altri hanno riguardato la collaborazione sul piano dei corsi di laurea, in particolare gli orientamenti specialistici previsti dal corso di laurea in Ingegneria Gestionale. In altri ancora, hanno previsto lo svolgimento di attività di ricerca in campo economico.
E per restare alla ricerca, non è mancata una sottolineatura per l’attività del Laboratorio LIUC che si occupa delle innovative tecnologie RFId, quelle che consentono l’identificazione di prodotti mediante radio-frequenze. «Il Laboratorio, in poco tempo – ha detto il Presidente Graglia – è diventato
un autorevole punto di riferimento per sviluppare ricerche applicative in numerose imprese committenti. Si può dire che il Laboratorio universitario sia diventato a tutti gli effetti un’impresa di servizi, uno spin-off accademico di quelli che si vorrebbero vedere molto più numerosi di quanti
siano, nel nostro Paese».
Il messaggio lanciato da Michele Graglia è stato dunque quello di guardare alla LIUC alla stregua di una delle numerose opportunità che l’Unione Industriali offre alle proprie imprese associate. «Certo – ha precisato – sarebbe riduttivo mettere l’Università sul medesimo piano di uno qualunque
dei servizi offerti dall’Unione Industriali. L’Università è molto di più ed è proprio per questo che dovrebbe essere maggiormente apprezzata e utilizzata. Ma senza remore, senza timori reverenziali. Con la massima libertà nel voler ricercare e approfondire opportunità di proficua
collaborazione con le proprie imprese».
Intensificare cioè i legami tra le imprese e mondo accademico, instaurare una pratica di confronto di idee con la docenza e con i centri di ricerca, utilizzare le opportunità offerte nel campo della formazione continua. Come accade normalmente in altri Paesi, ridurre il divario esistente tra accademia e manifattura, instaurando una pratica di confronto e di collaborazione che può sicuramente portare a migliori risultati per entrambe le sfere.
Insieme al consueto esame della situazione economica e occupazionale, la Giunta si è anche soffermata sulle recenti vicende della sfera politica. In proposito, è stata espressa preoccupazione per l’insorgere di nuovi barlumi di instabilità che rischiano ancora una volta di mettere in secondo piano
l’urgenza delle riforme istituzionali ed economiche.
«Finiti i litigi della campagna elettorale – ha affermato il presidente dell’Unione industriali – si è sentito dire che i prossimi tre anni della legislatura avrebbero finalmente visto arrivare in porto le riforme tanto attese e ciò grazie alla circostanza che, in assenza di altre competizioni elettorali amministrative, il clima politico sarebbe stato il più idoneo per affrontare riforme di portata storica. Per di più, era stata approvata la legge sul cosiddetto “legittimo impedimento”. Dunque: il grande momento sembrava davvero arrivato».
«Nel giro di pochi giorni, invece – ha commentato Michele Graglia – il clima politico si è di nuovo arroventato ed è non solo spiacevole, ma anche curioso e preoccupante, che ciò sia accaduto proprio nel momento in cui l’appuntamento con le riforme sembrava ineludibile».
«Mi auguro – ha concluso – che non si tratti di un episodio da leggersi come una resistenza a fare le riforme, come una manovra gattopardesca per lasciare le cose come stanno».
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