Madonna Regina pronta a “diventare” quartiere
Al rione, sorto dagli anni Sessanta, è sempre mancato un vero e proprio centro. Dopo anni di attesa, l'amministrazione mette sul piatto mezzo milione per riqualificare la piazza dove è sorta una nuova residenza
Tra le priorità dell’urbanistica cittadina quella di non dimenticare i quartieri della periferia è tra le più "croniche". Da Sant’Anna a Borsano, da Sacconago a Madonna Regina il coro delle lamentele e dei mugugni di chi si sente dimenticato confronto allo scintillio del "salotto" del centro si leva periodicamente a ricordare che c’è una "Busto" profonda che abbisogna di attenzioni. Palazzo Gilardoni per parte sua, si sa, non nuota nell’oro e i grandi interventi sulla città ormai sono essenzialmente quelli dei privati.
Ma è proprio dalle collaborazione tra investitori privati del mattone e dintorni e Comune che nasce un’opportunità per Madonna Regina, dove sembra arrivato il momento di dare concretezza ad una promessa ormai di qualche anno fa, fin qui rimandato per i soliti vincoli di bilancio: la riqualificazione della piazza principale del rione (intitoata a don Brivio), uno slargo anonimo su cui si affaccia una chiesa moderna.
Domenica il sindaco Gigi Farioli, profittando della festa patronale (maggio è il mese mariano per eccellenza) e dell’inaugurazione del primo lotto di lavori alla nuova residenza Regina, ha presentato presso il nuovo complesso residenziale edificato nell’area il progetto che porterà alla nascita di due semipiazze distinte e di un polo di servizi utili alla comunità locale – dalla posta ai negozi allo sportello bancario. Le piazze previste sono due, una consisterà in un ampio sagrato per la chiesa, un’altra sarà quella diciamo così "laica", con tutti i servizi. Viabilità ovviamente rivista, definendo una zona limitata per il transito delle auto, e dunque di fatto pedonalizzando molta dell’area attuale, con messa in sicurezza e attraversamento segnalato; a beneficio di residenze e servizi saranno ricavati un centinaio di parcheggi in un terreno attiguo di proprietà comunale, al momento incolto o a bosco (aspetto che probabilmente non sarà gradito agli ambientalisti). Il progetto, "quasi completamente finanziato" – con 500mila euro – ha avuto l’assenso preventivo anche del locale Forum delle associazioni, coordinato da Sergio Moriggi, presidente provinciale delle Acli.
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