La Sinistra attacca su Amsc: “I responsabili della situazione rimangono al loro posto”
Cinzia Colombo critica sulle future nomine nella ex municipalizzata e sulla politica industriale
«Gli ex An hanno ottenuto ben poco. E intanto chi ha la responsabilità della situazione resta al suo posto, col suo ricco stipendio». Cinzia Colombo di Sinistra e Libertà va all’attacco sulle annunciate novità nella galassia Amsc, emerse dal vertice che ha visto il confronto tra le due anime del PdL, quella ex forzista stretta intorno al presidente Nino Caianiello e quella ex An critica sulla gestione delle società partecipate del gruppo. Il risultato delle manovre sui CdA è stato l’annuncio della riduzione da cinque a tre dei consiglieri di amministrazione di due delle tante società. «Certo – spiega la consigliera di Sinistra e Libertà – la direzione è quella giusta, ma è poca cosa rispetto a quanto servirebbe. Tenuto conto che Amsc ha un disavanzo strutturale di svariati milioni di euro (e che la ex municipalizzata ora SpA è partecipata quasi totalmente dal Comune di Gallarate)». Soprattutto perchè al vertice delle società cambia poco: «Nino Caianiello, che in tutti questi anni ha diretto l’azienda da presidente di Amsc SpA (l’azienda capogruppo di tutto il gruppo), da presidente o membro dei vari CdA delle altre aziende del gruppo e delle sue partecipate, rimane al suo posto. Eppure qualche responsabilità per il pessimo risultato dell’azienda, l’avrà pure. Oltre al fatto che si rinnova un presidente che è plurindagato con processi spostati di anno in anno. Certo si è innocenti fino al compimento del processo, ma in taluni casi una sospensione dall’incarico diventa segnale di responsabilità». Per questo secondo la Colombo la componente ex An «alla fine porta a casa ben pochi risultati».
Questo a livello di nomine. Ma la consigliera della Sinistra è critica anche sulle scelte annunciate in termini di politica industriale, in particolare qper quanto riguarda la possibile cessione ai privati della raccolta differenziata dei rifiuti, «se non addirittura, come vorrebbe Massimo Bossi, la cessione di quel ramo d’azienda». Per la Colombo la cessione di una quota massima del 40% delle quote è «un modo veloce di far cassa e coprire un po’ dei buchi di bilancio di Amsc, che avrebbe però ripercussioni ancora una volta sui cittadini. Mentre chi ha la responsabilità della situazione resta al suo posto, col suo ricco stipendio».
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