“Chiudono i negozi, aprono i punti scommesse”

La denuncia del consigliere Maurizio Tarantino su recenti sviluppi di cronaca (e non) in riva all'Olona. Persuasi che di questi tempi non è certo lavorando che si fanno i soldi, si punta tutto sulla sorte. "Che città stiamo diventando?"

A Castellanza, mentre i negozi di vicinato chiudono, qualche volta in modo plateale, c’è un settore che va in controtendenza: quello dei punti scommesse. A richiamare l’attenzione è il consigliere comunale di minoranza Maurizio Tarantino. «Alcuni giorni fa ho inviato un intervento su questo tema a Castellanzainrete.it per rilevare un fenomeno che non è certo solo castellanzese, ma nazionale, e per sottolineare la differenza fra quanto si fa in Comuni vicini e sempre con amministrazioni di centrodestra, come Busto o Samarate, e come (non) ci si muove qui». È un fatto che le sale da gioco, o le macchinette mangiasoldi nei bar, si moltiplichino senza posa, e non da ieri: fenomeno andato in accelerando, invece di rientrare, con la crisi. Come se la gente, definitivamente persuasa che di questi tempi non è certo lavorando che si fanno i soldi, punti tutto sulla sorte. Tarantino rileva come a Samarate l’amministrazione, capeggiata dal sindaco leghista suo omonimo, si sia mostrata sensibile ad alcune istanze controllando con attenzione il rispetto delle normative su orari di apertura e quant’altro; e che a Busto nei locali in cui si scommette sia stato esposto una sorta di decalogo o test «per valutare il livello di dipendenza dal gioco».
A Castellanza per ora mancano iniziative specifiche.
Parallelamente all’espandersi dei punti scommesse, compaiono anche nuovi esercizi in cui si può vendere oro in cambio di contanti, aggiunge Tarantino: «Non che le due cose siano necessariamente legate, ma in un contesto e in un momento economico come quello attuale, quale clientela potranno avere? Malati di gioco o persone ridotte alla disperazione dalla mancanza di lavoro e di reddito. Mi dicono che a Las Vegas  funzioni così: ti impegni l’orologio, o altro di valore che hai, e ti procuri denaro fresco da scommettere».
Castellanza non sarà mai Las Vegas, questo è chiaro. Intorno al gioco, quello grosso, intendiamoci, da sempre si concentrano interessi e pratiche "al limite". Tarantino, evidentemente poco amante dell’azzardo, cita anche il caso recente di strozzinaggio emerso a Campione d’Italia ai danni di frequentatori del casinò. Per lui parlare di gioco e scommesse, al di là della preoccupazione per alcuni risvolti sociali sgradevoli (dipendenza) è anche un modo di toccare il tema della sicurezza. Su questo punto il consigliere, fuoriuscito dalla maggioranza ormai tempo fa, ha avuto degli scontri con l’amministrazione Farisoglio. «A giugno ad esempio avevo sollevato in consiglio comunale la storia di un giovane che conosco, gestore di un noto locale in città, che era stato taglieggiato da due albanesi poi arrestati. Questi, già in manette, gliel’hanno giurata: ‘Ci rivediamo presto’ gli hanno detto. Lui ha chiuso, e se ne andrà da qui quanto prima. Un fatto gravissimo» che Tarantino sostiene non fosse stato portato a conoscenza degli amministratori. Sulla sicurezza in città l’amministrazione ha peraltro già dato la sua versione, ma il consigliere vede fenomeni preoccupanti, che «non si possono liquidare come fatti isolati». «Si è assistito all’insediarsi di famiglie di mafia albanese» sostiene: «si vedano solo i ripetuti episodi di incendi dolosi di camioncini dei "paninari" ambulanti». Si parla di una vera spartizione del territorio, prosegue Tarantino, sia essa per racket, usura o quant’altro; e ad essa andrebbe fatto ricondurre anche l’episodio più grave ed inqualificabile di tutti, la sparatoria di fine giugno in piazza a Castegnate, e che solo per caso non ha lasciato a terra nessuno.

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Pubblicato il 19 Agosto 2010
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