«Non è uccidendo il siluro che risolviamo i mali delle nostre acque»

Un intervento del presidente del Gruppo Siluro Romagna critica l'atteggiamento di diffidenza nei confronti del grande pesce che ha trovato casa nei nostri laghi e fiumi

pesce siluroSiluri nel lago di Varese, tanto che la Provincia ha attivato un programma di contenimento. Siluri nei laghi minori, dove da settimane i pescatori si cimentano in battute notturne. Da molti descritto come un animale pericoloso per la fauna ittica autoctona, quella che tradizionalmente vive nei nostri laghi, in tanti la pensano diversamente. Proprio come gli aderenti al Gruppo Siluro Italia, che hanno chiesto un’intervista per esporre il loro punto di vista, anche alla luce delle critiche espresse in seguito alla pubblicazione su varesenews di servizi che hanno trattato l’argomento “siluro”.
Risponde a nome del GSI, Alberto Fantini, presidente del Gruppo Siluro Romagna
Cos’è è il Gruppo Siluro Italia?pesce siluro
«Il GSI è ad oggi il punto di riferimento nazionale, sia per le più alte competenze tecniche di divulgazione e informazione sulla pesca al Siluro, sia per tutte le attività di tutela ambientale (anti bracconaggio, inquinamento e “mala gestione”) che gravitano attorno al moderno Cat Fishing.
Siamo organizzati in sedi territoriali per regioni e provincie, con un consiglio nazionale, composto dai vari rappresentati, che si riunisce periodicamente. Nello specifico il Silur Angel Team è la sede periferica che interessa la provincia di Varese».
Quali sono le attività?
«Il GSI è attivo su ogni campo correlato al Siluro, spaziando dai progetti scientifici a tema in collaborazione con un Istituto di fama mondiale, fino allo studio legale dedicato dove far convogliare segnalazioni e denunce sui mali delle nostre acque».
Cosa intende per “mali delle nostre acque”?
«Esistono diverse problematiche legate alle "nostre" acque interne, non necessariamente sempre correlate tra loro. Si va dal bracconaggio all’inquinamento, dalla scarsità di controlli alla mala gestione».
Come intendete risolvere questi problemi?
«Sono stati creati canali di dialogo con gli enti provinciali che hanno accettato il nostro contributo per la segnalazione di reati ambientali come per esempio il bracconaggio, con conseguente formazione di personale volontario a Guardie Ecologiche; sono stati inoltre effettuati studi e ricerche scientifiche per valutare l’effettivo impatto di specie alloctone sui nostri ecosistemi, dimostrando con dati certi che la rarefazione delle specie ittiche nei nostri fiumi e laghi è attribuibile all’inquinamento in primis, ed al prelievo massiccio e senza controlli in secondo luogo; e che non è facendo piazza pulita con gli elettrostorditori per poi reimmettere quintali di avannotti di specie "nobili" ed autoctone che si ridarà la vita alle nostre acque; soprattutto perché quegli avannotti andranno in gran parte a morire, a causa dell’inquinamento elevato».
pesce siluroQuindi c’è una vera e propria collaborazione con enti statali?
«Sì, a seguito delle manifestazioni organizzate dal GSI nel nord est, dove il bracconaggio è presente in maniera importante, con bande organizzate attrezzate di tutto punto, che prelevano illecitamente quantità rilevanti di pesce per poi rivenderlo, e che hanno creato un vero e proprio mercato nero del pesce, una vera minaccia sotto tutti gli aspetti, ed è stato istituito un accordo con i comuni interessati.
Con orgoglio posso dire che grazie alla nostra attività abbiamo portato la nostra voce a Roma, sotto forma di interrogazione parlamentare in materia di alloctoni e gestione delle acque, la quale sotto alcuni aspetti è ancora regolamentata da regi decreti incongruenti con i tempi correnti.
E’ stato inoltre allestito un tavolo di lavoro con la FIPSAS, dove abbiamo potuto mettere a disposizione il know how accumulato in questi anni sulle specie alloctone per una migliore interpretazione della pesca sportiva, sempre più indirizzata verso un futuro ecosostenibile.
Con il dialogo e l’attività dei nostri iscritti sul territorio, quindi a conoscenza delle realtà più disparate, abbiamo raggiunto i traguardi che ho descritto».
Parla di bracconaggio come una minaccia non solo ambientale, perché?
«Il bracconaggio non è solo un pericolo secondario, che lascia povere di pesce le acque, ma un vero problema sanitario; considerando lo stato di inquinamento delle acque acque fluviali del Nord Italia, un pesce come il siluro, che vive anche decine di anni ed è al vertice della catena alimentare, accumula nel proprio organismo quantità di inquinanti tali da renderlo seriamente pericoloso qualora lo si mangi. Nei nostri studi abbiamo fatto analizzare la carne di esemplari prelevati in diversi areali del nord Italia, riscontrando quantità di metalli pesanti ed altri inquinanti di molto superiori al limite fissato dalla legge per l’alimentazione umana. In questo caso non si parla solo di siluro come si può credere, ma anche di lucci, lucioperca e, seppur in quantità minori, di tutti gli altri organismi che vivono nel medesimo habitat».pesce siluro
E chi trae dalla pesca il proprio sostentamento?
«La pesca professionale è un argomento difficile, non perché l’Italia è uno degli ultimi paesi dell’Unione Europea a permettere ancora la pesca professionale in acque interne, ma per una questione di mentalità; non è semplice spiegare che gli effetti a lungo termine di un’alimentazione, anche saltuaria, costituita da pesce contaminato possono essere cancerogeni. Altrettanto difficile è comprendere che l’acqua limpida non è necessariamente pulita ed esente da sostanze inquinanti».
Anche per la nostra Provincia avete riscontrato queste problematiche?
«La Provincia di Varese ha una varietà di corsi d’acqua e bacini invidiabili, salvo eccezioni anche il tasso di inquinamento è contenuto; ma a volte alcune iniziative hanno suscitato delle reazioni da parte nostra; è vero, possiamo considerare il siluro una specie aliena in un habitat ristretto e non contaminato, ma non è eradicandolo con costosi progetti basati su dati pacificamente discutibili che si risolve il problema. Ha fatto inoltre scalpore come un pesce alloctono al pari del siluro, sia stato oggetto di interesse da parte degli amministratori provinciali, tanto da regolamentarne in termini restrittivi la pesca sportiva per preservarne quella professionale».
Quale consiglio quindi, data l’esperienza in materia di alloctoni?
«Il GSI non si permette di dare consigli, bensì è a favore del dialogo e della condivisione dei dati scientifici che abbiamo accumulato negli anni, per evitare il ripetersi di delle mattanze con gli elettrostorditori e lo spreco di risorse con ripopolamenti mal ponderati».

Per saperne di più: www.grupposiluro.it , oppure contattare info@grupposiluro.it

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Pubblicato il 03 Agosto 2010
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