Stipendi e ricorsi, nota “chiarificatrice” da Palazzo Gilardoni

L'amministrazione accoglie con soddisfazione la conferma della sentenza di restituzione di emolumenti a carico di un ex segretario comunale. Resta la sorda rabbia dei dipendenti, coinvolti loro malgrado per le promozioni irregolari

Da Palazzo Gilardoni arriva una nota scritta a commento delle ultime vicende giudiziarie relative agli emolumenti eccessivi (i cosiddetti "super stipendi") elargiti in passato. A far tornare all’attenzione pubblica la questione, che comunque moltissimi dipendenti comunali per note ragioni non possono, anche se tanto vorrebbero, poter dimenticare, un ricorso respinto: quello dell’ex segretario comunale Agostino Pascale, a sua volta coinvolto nelle restituzioni. Che, scrivendo al quotidiano "La Prealpina" nei giorni scorsi, ribadiva considerare ingiuste nel suo caso, viste le mansioni straordinarie ricoperte, e di entità tale da configurare quattro anni del suo lavoro a Busto come… puro volontariato.

"Il dispositivo della sentenza del giudice del lavoro di Busto Arsizio" scrive oggi dal Comune a commento della vicenda l’attuale segretario comunale Domenico D’Apolito, "pone anzitutto l’accento sulla piena legittimità e correttezza dell’azione intrapresa dall’Amministrazione Comunale attraverso la deliberazione oggetto del contenzioso, di cui viene accertata la piena corrispondenza alle norme legislative e contrattuali. Contro di essa aveva ricorso l’ex Segretario Generale per ottenerne la non applicabilità alla propria posizione personale. Tale provvedimento fa parte di un lungo percorso che ormai da alcuni anni è alla ribalta delle cronache cittadine. Attraverso un’operazione irta di difficoltà, ma coraggiosa (guidata dal successore di Pascale e predecessore di D’Apolito come segretario comunale, Rossi ndr), l’attuale giunta ha infatti messo mano a tutta una serie di atti e illegittimità riscontrate su situazioni pregresse relative alla gestione del personale e che hanno dato luogo al sindacato ispettivo da parte della Ragioneria Generale dello Stato nel lontano 2004".
La sentenza è ben accolta a Palazzo Gilardoni: "è in linea non solo con il percorso di autotutela intrapreso dal Comune negli ultimi anni, ma si pone anche nel solco delle precedenti sentenze che hanno dato ragione all’azione dell’Amministrazione, condannando già due dirigenti alla restituzione di somme ingenti, oltre alla revisione dei trattamenti pensionistici correlati". C’è, pero un caveat, un avvertimento: non facciamo di tutta l’erba un fascio. "Preme in questo frangente, soprattutto, sottolineare che non bisogna però accomunare circostanze e personaggi coinvolti in un unico insieme di situazioni negative in quanto, da tali condizioni, certo non facili, occorre saper distinguere chi e con quanto impegno continua ad operare ogni giorno con senso di appartenenza al bene comune ed orgoglio per il proprio ruolo, certo di lavorare per il bene della cittadinanza e al servizio della collettività. Ciò anche al fine di evitare dispersioni di energie e inutili divisioni tra lavoratori e dirigenti". E qui casca l’asino: perchè la preoccupazione principale, in questi mesi, è proprio quella della sorda rabbia dei tanti dipendenti promossi in modo irregolare in passato, dunque pagati a loro volta più del dovuto, e ora costretti a pagare per colpe non loro; e per i quali le restituzioni, pur minori in quantità, avranno  il medesimo peso relativo, se non peggio, che non per i dirigenti coinvolti.
Chiediamo un parere al rappresentante della Rsu comunale (che a breve dovrebbe tenere una conferenza stampa sulla vicenda), Angiolino Liguori (Csa-Fadel). «L’amministrazione Farioli merita un elogio per aver affrontato la questione, cercando di risolverla, e per aver fatto molti concorsi per la riqualificazione del personale» premette. «Resta però l’amaro in bocca, è un vicenda davvero antipatica, dispiace vedere questo e che tutti vorremmo non fosse mai accaduto. Il dipendente non ha colpe, non poteva certo rifiutare la busta paga… Ora, non spetta a me giudicare le colpe, e non voglio puntare il dito contro nessuno Ritengo però che la nostra vicenda debba seguire un tragitto diverso, va fatta un’analisi su questa situazione».

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Pubblicato il 29 Settembre 2010
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