Tra zolle e minispot, sia lodato SuperDino
Torna la nostra rubrica sportiva che, per questa volta, getta lo sguardo anche oltre i confini provinciali. Bé, in pole position c'è comunque uno di noi
(d. f.) Bentornati, signore e signori, cari amici lettori: l’incipit con cui vi presentiamo il ritorno del Pagellone è un po’ da tv di una volta e non per caso. Perché una volta la Rai non si sarebbe mai sognata di non trasmettere un gol in diretta dell’Italia e l’Italia non si sarebbe mai sognata di festeggiare un 2-1 all’Estonia (occhio, ora tocca alle Far Oer). Ok, vi abbiamo svelato uno dei voti bassi che troverete sotto, ma sappiate che non è l’unico.
Ps: il Pagellone è al primo giorno di scuola della nuova stagione e molti campionati sono ancora là da venire. Per questo ci siamo permessi qualche escursione extravaresina.
Pagellone numero 23 del 6 settembre 2010
Dino Meneghin 8 – L’Italia del basket, a proposito di nazionali in difficoltà, non è ai Mondiali e non si qualifica direttamente agli Europei (avrebbe dovuto vincere un girone di ripescaggio) fino a che Fiba Europe decide di allargare la competizione continentale a 24 squadre. Non sappiamo quanta politica ci sia dietro a questa scelta ma, fidandoci dell’amico Claudio che frequenta da sempre questo mondo, riportiamo la sua frase: «Ancora una volta è dovuto scendere in campo Dino Meneghin per portare la Nazionale agli Europei». Sarà vero? Chissà, ma la battuta merita e il dubbio ci viene…
Varese 1910 7 – Visto che questo è un gioco, buttiamo lì il minibilancio di inizio stagione biancorossa. Fosse per le emozioni provate all’Olimpico, il voto sarebbe ancora più alto, ma da fedeli sanniniani preferiamo rimanere moderati con i giudizi. Difesa quasi imbattuta, attacco cui manca ancora qualcosina: e dopo lo 0-0 di ieri ci scappa un’esclamazione. Accidempoli!
Caronnese 6 – In attesa di rivedere all’opera la Pro Patria (settimana scorsa il pagellone era ancora in ferie) buttiamoci sulla Serie D e diamo una sufficienza alla squadra di Zorzetto. Le varesine fanno zero su tre all’esordio (voto 5 a Gallaratese e Solbia) ma i rossoblu hanno l’attenuante di aver dovuto subito sfidare il Mantova fuori casa. L’1-0 finale non lascia punti ma un po’ di convinzione sì.
Stefano Colantuono 5 – L’Atalanta è partita per tornare in Serie A e dopo l’esordio vincente è incappata in un doppio 0-0, il primo dei quali con il Varese. Mancanza di affiatamento? Condizioni ancora non ottimali? Bravura degli avversari? Niente di tutto ciò: il mister orobico ha ben chiari quali sono i suoi problemi: a Masnago il vento, all’Azzurri d’Italia il terreno di gioco. Zolle che mettono in difficoltà chi deve far gioco perché, è ovvio, i migliori sono sempre loro. La prossima volta toccherà alla divisa dell’arbitro, con quel giallo che abbaglia i giocatori?
Rai Tv 4,5 – Forse, a Saxa Rubra, avranno pensato: l’Italia non vince da una vita, figuriamoci se segna proprio ora contro la corazzata Estonia, per di più fuori casa. E invece, su azione d’angolo (strano che da lì nasca un’occasione da rete) ecco il capolavoro sottoforma di mini spot che cancella il gol di Cassano. Assurdo, soprattutto in una tv teoricamente non commerciale ma praticamente a pagamento. Mezzo voto in più per due motivi di consolazione: 1) il povero telecronista Gentili ci ha messo la faccia scusandosi, pur non essendo il responsabile; 2) aver mandato l’inviato di 90° Minuto a Masnago è stato un motivo di dolce soddisfazione. Come accadeva un tempo, quando i mini spot non esistevano.
Tessera del tifoso 3 – Premessa doverosa: oggi non si giudica il provvedimento in toto (che pure di dubbi ne lascia parecchi) ma piuttosto la sua applicazione a Varese e da altre parti. Curva Sud dorata (visti i costi di sistemazione) e completamente vuota, 50 ultras dell’Empoli (con cui ci furono precedenti pericolosi vent’anni fa) appostati nei distinti e "marcati" da dieci incolpevoli steward. E se alla Berghem Fest non ci fossero stati scontri, sarebbe accaduto lo stesso nella partita con l’Atalanta. Gli sceneggiatori di "Scherzi a parte" si stanno fregando le mani: copione già scritto senza sforzi di fantasia. Ma nella realtà c’è molto poco da ridere.
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