Un futuro rinnovabile, noi ci mettiamo la firma
La proposta di legge sull'acqua pubblica ha ottenuto grande successo. Ora nasce il comitato per una legge che dica no al nucleare e sì alle rinnovabili
Una firma per le energie rinnovabili. Una, moltiplicata per migliaia e migliaia di persone in Italia. La scommessa è del comitato appena costituitosi per sostenere la raccolta delle firme necessarie per presentare una proposta di legge d’iniziativa popolare per le rinnovabili. «Sulla scia – spiega Mario Agostinelli di Sinistra Ecologia e Libertà – della grande esperienza della raccolta per l’acqua pubblica, che ha avuto un successo straordinario». Una battaglia, quella per l’acqua pubblica, che ha avuto un grande seguito davvero popolare, soprattutto in alcune regioni, ad esempio in Puglia, dove ha superato anche gli steccati – spesso troppo rigidi – degli schieramenti politici. La raccolta è sostenuta a livello nazionale dal Comitato "No al nucleare, sì alle rinnovabili", in Lombardia dalla rete "Energia Felice". «A Varese il comitato si sta costituendo, con l’adesione di Arco, Legambiente, Wwf, Cgil» spiega Agostinelli. Sostengono la campagna anche Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Italia dei Valori e Verdi.
La prima mossa è stata una serata allo spazio ScopriCoop, con la proiezione del film "The power of sun", curato dall’Università della California e raccolta di firme autenticate dal consigliere comunale Angelo Zappoli. «Ma già questo weekend raccoglieremo le firme alla Fiera del DES al Villaggio Cagnola e in piazza a Malnate», aggiunge Agostinelli. La proposta di legge è dedicata alla creazione di un "Piano nazionale delle energie rinnovabili", che escluda il nucleare, investa sulla ricerca sulle rinnovabili, crei piani comunali per le rinnovabili e sportelli a disposizione dei cittadini per superare gli ostacoli burocratici. Ma c’è anche la proposta di eliminare gli incentivi Cip6: quelli che paghiamo tutti nella bolletta della corrente, ad esempio, alle compagnie petrolifere che bruciano gli scarti del petrolio, assimilati a fonti rinnovabili. E infine c’è anche la riduzione progressiva dei consumi, a parità di qualità di vita. «Ad esempio con la promozione del trasporto pubblico non inquinante»
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