A margine di Varese- Triestina
Pier Fausto Vedani ricorda un Varese -Triestina d’alta classifica giocato il 14 gennaio del 1962
Può capitare che per ognuno di noi situazioni, incontri, “incroci” presentati dalla vita assumano valenze particolari. Per quanto mi riguarda, due partite di calcio tra Varese e Triestina hanno avuto significato nella mia attività professionale. La più recente, disputata nel 2002 al “Franco Ossola”, finì 2 a 2 con un’autorete del nostro Centi che bloccò il volo del Varese verso i play off e il traguardo della promozione in B, che furono invece appannaggio proprio della squadra giuliana. Per il Varese non solo l’amarezza della sconfitta sportiva, ma anche successive tribolazioni prima dell’attuale rinascita. E amarezza anche per me che per lunghi anni avevo seguito le grandi vicende dei biancorossi.
Il 14 gennaio del 1962, come inviato del Gazzettino di Venezia, per la prima volta mettevo piede nello stadio di Masnago, ribollente di folla per un Varese -Triestina d’alta classifica: la fine del campionato era ancora lontana, ma le due squadre erano tra le favorite per la promozione in serie B. La Triestina avrebbe rispettato il pronostico, al Varese sarebbe invece venuto il fiato grosso, ma siccome patron Borghi aveva puntato su un tandem di tecnici come Busini, il manager, e Puricelli, l’allenatore, nel campionato successivo,1962-63, fu trionfale l’approdo in serie B, al quale seguì subito dopo, salutata da una città in delirio, la prima promozione in A. L’annata sportiva 1963-64 fu davvero storica per Varese perché vide anche la conquista del secondo scudetto da parte della Pallacanestro Ignis.
Da anni seguivo il basket di Cantù per il Corriere della Provincia di Como, la varesina Casa dello Sport di viale 25 aprile mi era familiare e amici i giornalisti, i carissimi Mario Lodi, Bruno Minazzi e il nostro attuale decano, Ettore Pagani. Quel 14 gennaio 1962 per Varese-Triestina ad accogliermi al “Franco Ossola” prima e a ospitarmi poi nella vecchia sede della Prealpina per telefonare il servizio a Venezia, fu Mario Lodi che l’anno dopo mi avrebbe voluto con sé alla Prealpina dandomi così la possibilità di vivere bellissime esperienze professionali e umane nella città dei miei nonni. Lo so che non ho ancora detto come finì la partitissima di quel gennaio, ma l’ho fatto per scaramanzia. 1 a 0 per il Varese con gol di Albini al 12* della ripresa. Biancorossi alla fine del torneo al quinto posto, ma già pronti per due importanti promozioni di fila. Ritornando ai nostri giorni si può dire che la scorsa primavera una l’hanno già centrata, per la seconda, un sogno, credo che il silenzio sia d’oro. Ma saremmo tutti felicissimi di salutarla nel 2012.
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