Area delle Nord: “entro fine anno presentiamo il piano attuativo”
Così il sindaco Farioli. "Pensiamo ad un incontro pubblico nei prossimi mesi"
Eppur si muove. Forse. Chissà. L’area delle Nord di Busto Arsizio, intorno e sopra alla ferrovia interrata, giace abbandonata da quasi un ventennio, quasi simbolo visibile di una città che alla frenesia non è riuscita a riaccoppiare il dinamismo. A due anni dal rilancio progettuale con il piano a firma dell’ingegner Leoncini e dell’architetto Moretti s’è mosso ben poco, a parte delle demolizioni nella zona adiacente al teatro Sociale.
Il sindaco Gigi Farioli, interpellato sull’andamento dell’"operazione Nord", mostra fiducia e riferisce che gli sviluppi progettuali potrebbero essere presto resi noti alla cittadinanza. «Sul piano urbanistico» ricorda, «tutto quanto doveva essere essere approvato è già passato a suo tempo in consiglio comunale. Intanto, un piano attuativo è stato presentato nel mese di agosto e visto in giunta. A questo punto pensiamo ad una presentazione pubblica entro fine anno, in quell’ottica di partecipazione che stiamo cercando di attuare anche per il PGT». Ma certi, commenta, che la presentazione di un progetto definito attrarrà più gente di quanto non si sia visto, come ricordavamo, in recenti e sfortunate occasioni pubbliche proprio sul PGT. «Le aree intorno alle stazioni sono un obiettivo strategico» ribadisce il sindaco. Il progetto andrebbe a integrarsi con il Distretto urbano del commercio, come è ancora da vedere, vista la previsione contenuta di medie strutture di vendite – a poche centinaia di metri dalle vetrine del centro si creerebbe di fatto un secondo polo di commercio, oltre che di divertimento e lavoro. Dopo l’approvazione in consiglio comunale della variante urbanistica relativa, Farioli, ricorda, aveva dato tre indicazioni: evitare «promiscuità» tra le distribuzione di tipo alimentare e il contesto di qualità, onde sfuggire a situazioni viste in altre realtà urbane vicine; rendere più che mai evidente la ricucitura fra Sant’Edoardo e il centro e il superamento dell’orrenda cicatrice urbanistica che tuttora divide la città all’altezza della fu ferrovia a raso; rispetto dell’omogeneità delle aree non direttamente coinvolte.
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