Letta: “Portiamo la sfida in casa della Lega”

Il vicesegretario del Pd lancia la sfida la suo partito: "Non dividiamoci come nel 1994". E presenta le proposte del partito su fisco, immigrazione e scuola

Berlusconi non è mai stato così potente come oggi”. Enrico Letta parla all’Assemblea nazionale del Partito democratico subito dopo Rosy Bindi, che per poco meno di un’ora non ha fatto sconti a Berlusconi e alla Lega Nord. A lui, il vicesegretario del Pd, tocca il compito di presentare le proposte che verranno discusse in questi due giorni: fisco, federalismo, piccole e medie imprese, scuola, immigrazione, trasporti, agricoltura, autonomie locali.

Ma l’inizio della sua riflessione è tutto sul governo e inizia con una frase che fredda per un secondo la platea: “Berlusconi non è mai stato così potente come oggi. Sarebbe un errore clamoroso pensare di essere arrivati alla fine”. Letta invece ricorda ai delegati del Pd che “il premier ha creato l’Italia della logica “tanto tutti fanno così”. E non cerca di difendersi, ma ma porta tutti nel fango con lui. Questo metodo ha cambiato l’Italia che oggi vive di contrapposizione”. E mentre in Italia è in atto una crisi politica che sembra portare sempre più il paese verso elezioni anticipate, “il governo ci nasconde quello che è successo nell’Unione Europea. E’ pronta una “nuova Maastricht” che propone di far pesare in futuro in uguale misura deficit e debito. Per l’Italia vorrà dire ogni anno una manovra da cinque punti di Pil: saremmo messi in ginocchio”.
E’ spietato il giornale francese Le Monde che “ci descrive come triste, lamentosi e rassegnati. Non è vero, ci sono segnali positivi: l’italiano più apprezzato è Giorgio Napolitano, gli imprenditori non si arrendono alla crisi, ci sono figure come quella del sindaco Angelo Vassallo, ucciso ad Acciaroli. Questa è l’Italia che reagisce”.
Un paese e una forza politica alternative, ma Letta lancia anche forte e chiaro un messaggio al Pd e ai futuri alleati. “Nel 1994 le nostre divisioni hanno premesso a Berlusconi di vincere la prima volta. Oggi o si vince o si muore: non ci sono piani B o altre soluzioni, lo voglio dire agli amici che pensano ai terzi poli. Se perdiamo perderemo il governo, i presidenti di Camera e Senato, il successore di Napolitano e loro cambieranno al Costituzione”.

Vincere con un programma che per Letta deve smettere di far “percepire il Pd come un partito conservativo”, ma anche da una novità assoluta per l’Italia: “cosa potremmo fare di più bello che eleggere una donna come Capo del governo?”. Per Letta la vittoria può venire solo partendo dalle famiglie e dai giovani. “Partiamo dai bambini e dalle bambine perché solo così parleremo anche ai loro genitori e di integrazione. Vi siete chiesti perché durante il boom economico erano i 30enni a portare avanti il paese? Perché lavoravano, facevano figli, mantenevano i loro genitori. Oggi, non per colpa loro, i giovani escono di casa a 31 anni. Pierluigi, quando saremo al governo poniamoci come obiettivo di abbassare questa età a 25 anni”.
Ma non c’è solo questa fra le proposte concrete che il Pd vuol far uscire da questa assemblea. “Pensiamo a bonus bebè vero e a una scuola che riparta anche dall’edilizia scolastica. Non cederemo all’idea di Sacconi di equiparare il diritto del lavoro al diritto commerciale che tratta delle cose e non delle persone. Noi siamo per un fisco che spinga gli italiani a far circolare il talento e che sappia leggere le differenze sul tipo di investimento proposto. Ma vogliamo anche favorire un rapporto sano con la piccola amministrazione”. Fra venerdì sera e sabato mattina si discuterà anche di mobilità. “Ci sono cantieri bloccati da anni. Ma qui a Varese si sappia che se un giorno si andrà in 45 minuti da Varese e Bergamo sarà grazie ai governi di centrosinistra, gli unici che hanno messo soldi veri, non promesse e annunci”.

E ancora l’immigrazione, uno dei più importanti fra gli otto documenti in discussione. “Il Pd deve essere anche il partito della convivenza. In Europa in 20 anni sono arrivate 24 milioni di persone. Dobbiamo promuovere politiche che non siano basate su uno scambio fra pochi diritti e pochi controlli, ma sull’introduzione massiccia di programmi di integrazione. Abbiamo bisogno di integrazione perché abbiamo bisogno di immigrati”.

Scegliere Varese come sede vuol dire naturalmente discutere di federalismo e quindi aprire il capitolo Lega Nord. “Forse questa nostra iniziativa di oggi alla Lega dà noia. Le dà noia perché diremo a tutti i cittadini del Nord, anche a quelli che hanno votato Lega, che potrebbero ritrovarsi essere come quei 39mila allevatori che non hanno violato la legge sulle quote latte, ma che sono stati traditi per favorire pochi amici. Che dire agli amministratori che hanno visto andare 140milioni di euro a Catania? E le ronde padane dove sono finite?”. Nonostante l’annuncio del governo di ieri sul federalismo fiscale, per Letta oggi “si capisce che mancano le cifre, che non c’è stato nessun confronto. Lì dentro non c’è niente di sostanza, è solo una comunicazione”.
Letta chiude quindi con una “promessa” ai delegati del Pd: “Li metteremo all’angolo su questi temi, perché non è possibile che si continui così. Si dice che la politica sia lo specchio del paese, ma l’Italia non è il ministro che si fa imboccare o il premier che bestemmia. Chiedo agli Italiani di rimboccarsi le maniche e organizzare giorni migliori per l’Italia”.

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Pubblicato il 08 Ottobre 2010
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