Preso a calci e pugni all’uscita della scuola
Episodio di bullismo all'esterno della scuola Salvemini: due fratelli di 13 ed 11 anni hanno picchiato selvaggiamente un tredicenne. Per lui denti rotti, lividi, distorsione alla cervicale. La prognosi è di 25 giorni
Picchiato da due bulli all’uscita da scuola. Un ragazzino di 13 anni di Varese è stato inseguito e preso a pugni e calci da due fratelli di 13 ed 11 anni a pochi metri dal cancello della scuola media Salvemini di via Brunico a Varese. Tutto è successo ieri, venerdì 1 ottobre, poco dopo la fine delle lezioni: in due hanno seguito il tredicenne che stava andando verso casa in compagnia di alcune compagne di classe; il più grande dei due fratelli lo ha colpito con un violento pugno da dietro, sbattendolo contro il muro e spaccandogli i denti. Una volta a terra il ragazzino è stato preso a calci e pugni e immobilizzato in modo che non potesse reagire. Per finire, il fratello maggiore ha preso il telefono cellulare del tredicenne e lo ha rotto, calpestandolo ripetutamente. Il tutto condito da insulti pesanti e volgari e prese in giro (“Sei più basso di tua mamma” una delle frasi dette dai due aggressori). Subito sono stati avvertiti i professori dell’istituto, frequentato da tutti e tre i giovanissimi coinvolti, i quali a loro volta hanno chiamato la madre del piccolo picchiato. In pronto soccorso i medici gli hanno riscontrato lividi ed ecchimosi su tutto il corpo, tagli alle labbra dovuti alla rottura dell’apparecchio, denti rotti, distorsione alla cervicale. Un bollettino di guerra, giudicato guaribile in 25 giorni.
Il ragazzino picchiato è ovviamente scosso, agitato e turbato. La madre racconta di «violenze da parte del ragazzo di tredici anni verso mio figlio che si ripetono da anni. Gliel’aveva promesso ed è successo: già la scorsa domenica lo aveva incontrato in oratorio e anche lì erano partiti minacce e insulti. Prima si era limitato solo ad insulti e minacce, ora è arrivato ai fatti – spiega -. Sono molto arrabbiata. Non ce l’ho con la scuola, i professori e la preside si sono detti mortificati: in quell’istituto (124 alunni divisi in sei classi) mio figlio si trova bene, non ho intenzione di fargliela cambiare. Ho fiducia nella scuola e nei professori, ma mi aspetto provvedimenti seri. Mio figlio non ne può più, è una violenza psicologica continua e adesso anche fisica che non si può più sopportare». La madre ha sporto denuncia ai carabinieri di Varese che stanno indagando su quanto accaduto. Lunedì prossimo, 4 ottobre, la dirigente scolastica Marisa Lucianetti incontrerà la mamma del ragazzino picchiato. Sembra che il più grande dei due fratelli sia seguito da un’insegnante di sostegno e che la situazione di pericolo in seguito alle ripetute minacce sia stata più volte segnalata a professori e preside. L’assessore ai Servizi Educativi del Comune di Varese Patrizia Tomassini non è conoscenza del caso in questione, ma commenta: «Occorre educare i ragazzi per evitare che accadano episodi di violenza come questo – spiega -. Il Comune mette a disposizione insegnanti di sostegno ad personam nei casi che ci vengono segnalati, certo è che se è successo al di fuori del cancello evitarlo sarebbe stato complicato. Ai ragazzi dico: raccontate sempre ai genitori e agli insegnanti quando succedono cose simili. Serve attenzione e una presenza costante degli adulti».
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