J&PEG Playground. piccoli “teatri di vita” in un clic

Dal 7 novembre al 4 dicembre 2010 alla Fondazione Bandera, in occasione del primo festival Fotografico Italiano, la mostra di Antonio Managò e Simone Zecubi, in arte J&PEG

In occasione del primo Festival Fotografico Italiano che si terrà a Busto Arsizio dal 6 al 28 novembre 2010 nel quale sono interessati spazi pubblici e privati con 25 mostre, workshop e seminari, la Fondazione Bandera per l’Arte riserva l’interezza del proprio grande loft appena ristrutturato al lavoro di due giovani artisti nati proprio dalle nostre parti. Antonio Managò (Busto Arsizio, 1978) e Simone Zecubi (Gallarate, 1979), in arte J&PEG, due ragazzi che per “fare fortuna” hanno semplicemente scelto l’Accademia di Brera e Milano, dove si sono fermati a vivere e lavorare, senza mai incapricciarsi di una delle tante ed esoticissime “scene creative” del momento. Anzi, voltando pagina e dicendo addio alla “gavetta” nella classicissima Firenze, con una prima personale alla Galleria Poggiali e Forconi (2008), curata da Achille Bonito Oliva. Critico che subito ne sottolineò la particolarità di “coppia al lavoro” nell’ambito della fotografia – arte considerata tra le più intime e personali – e, soprattutto, la capacità di fondere nella realizzazione di ogni loro scatto tecniche e linguaggi differenti, in una sorta di compendio delle arti tutte che attraversa pittura, scultura, scenografia e fotografia digitale.

I loro lavori, infatti, quasi tutti di grande formato e tutti rigorosamente ambientati in una sorta di “non luogo” spazio-temporale colorato di nero, nascono da un allestimento oltremodo artigianale che unisce disegno e scultura nella realizzazione di piccole installazioni o scenografie poi fotografate e ulteriormente arricchite di particolari a pennello, dopo la fase di stampa. Un prodotto ricercato e complesso, quindi, anche se ben mascherato dall’immediatezza e dal forte potere evocativo del risultato finale, fresco e contemporaneo come le origini “informatiche” del loro nome d’arte (che gioca sulla pronuncia del più comune formato in cui ognuno di noi salva le proprie immagini digitali), eppure problematico e suggestivo come i capolavori di più classica tradizione.

Senza tralasciare l’aspetto narrativo delle loro opere, infatti, né a maggior ragione quello legato all’effetto prettamente estetico del lavoro nel suo complesso, J&PEG costruiscono piccoli “teatri di vita” assolutamente intimistici e surreali, attraverso i quali riflettono (e fanno riflettere) sulla condizione dell’uomo e del mondo, sui paradossi e sugli stereotipi della nostra società, sul grado di libertà dei nostri corpi e delle nostre menti.

Nulla o quasi è nemmeno verosimile, eppure tutto sembra vero, attraverso il filtro del loro lavoro e la lente dei loro obiettivi. Idee, riflessioni e pensieri che prendono corpo e rimangono come sospesi, eterni e universali, a cavallo di quell’orizzonte quasi impercettibile che divide il nero lucido dei loro “palcoscenici” da quello opaco dei loro sfondi. Un buio che non è mai cupo, però, mai ansiogeno né angosciante, ma anzi il perfetto e onirico escamotage per dare il giusto risalto alle composizioni ardite, ai colori squillanti e alle forme intense delle loro speculazioni filosofiche. Tutte improntate al paradosso o all’ironia, alla voglia di dissacrare miti e di ridiscutere certezze, in una sorta di celebrazione massima della libertà di pensiero e della fantasia, lasciata libera di esprimersi in un campo senza fine, che attraversa tanto la più schietta manualità artigianale quanto la più innovativa rielaborazione digitale delle immagini. Perché in arte essere solamente dei creativi non può più bastare, e per tornare a essere davvero dei creatori, senza esserlo solo “di maniera”, occorre sfruttare tutte le risorse messe a disposizione dalla contemporaneità.

Inaugurazione sabato 6 novembre ore 18.30

J&PEG – Playground
a cura di Matteo Tosi
Dal 7 novembre al 4 dicembre 2010
Fondazione Bandera per l’Arte
Busto Arsizio, via Andrea Costa 29
Info: tel. 0331/322311 – info@fondazionebandera.it
www.fondazionebandera.it

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Pubblicato il 04 Novembre 2010
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