“Lì vogliono fare una moschea, è scritto nero su bianco”

La Lega pensa che sia il vero scopo di un'associazione di stranieri. Il sindaco Silvano Canaglia: " i ragazzi stranieri fanno attività culturale e sociale"

A Oggiona con Santo Stefano c’è un’associazione di immigrati. Fa corsi d’arabo e di italiano, rivolti in particolare alle donne, aiuta gli stranieri a incontrarsi tra loro, lavora insieme alle altre associazioni cittadine, nel sociale e nella promozione di iniziative sportive. Ma secondo la Lega Nord la sede dell’associazione può diventare una moschea in paese: «nella relazione presentata al sindaco – accusa il Carroccio – si legge chiaramente la volontà di fare un centro culturale islamico». E cita a conferma appunto il passaggio della Relazione (al punto 6.3) si parla di “sala per la professionale personale del culto musulmano”. La sezione della Lega ha iniziato a volantinare contro il sindaco Silvano Canaglia, accusato di aver mentito quando dichiarò che non c’era nessuna richiesta per una sala di preghiera. E il Carroccio ribadisce che è contraria a qualsiasi moschea e vuole chiarezza sulla questione.

Il primo cittadino ribadisce che la sede sarà quella di un’associazione, che non c’è nessuna moschea in vista: «Fanno solo propaganda, sono polemiche pretestuose. Nel testo si parla di preghiera personale, lo hanno riportato loro stessi». Niente più che un locale – spiega ancora Canaglia – dove il papà, per esempio, che ha accompagnato la mamma e i bimbi ad uno dei corsi può fare il suo momento di preghiera. E la professione personale del culto è un diritto inalienabile – non lo dice il sindaco, ma la Costituzione – che non può essere impedito neppure dalle leggi urbanistiche. «Invito i leghisti ad andare a verificare di persona, gli stranieri dell’associazione sono ben disposti ad accogliere e incontrare chiunque» conclude il sindaco.  L’associazione di stranieri "I fiori di Oggiona Santo Stefano" collabora da tempo anche con le altre realtà del paese, dove il livello di integrazione è buono, gli sforzi per l’integrazione sono condivisi da più voci. Un piccolo esempio della convivenza avanzata è quello di Abdul Rahamanil, l’operaio ghanese risultato il più votato nella rappresentanza sindacale della più grande azienda attiva nel Comune.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Novembre 2010
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