Quando una sonda spaziale incontra una cometa

L’immagine inviata dagli appassionati del Gat giovedì pomeriggio quando una navicella della Nasa ha “guardato” da vicino la Hartley 2

Cometa Hartley 2Dopo aver esplorato una prima cometa cinque anni fa, una sonda Nasa ha fatto il bis giovedì pomeriggio 4 Novembre, sfiorando la misteriosa cometa Hartley-2. Il tutto seguito dagli appassionati del Gruppo Astronomico Tradatese, in collegamento diretto con Pasadena, «da dove la Nasa ha mandato in tutto il mondo una splendida diretta di 3 ore» racconta emozionato Cesare Guaita, presidente del Gat. «Si chiama 103P/Hartley-2 ed è una piccola cometa per la quale la NASA ha chiesto da alcune settimane la collaborazione di astronomi professionisti e dilettanti di tutto il mondo, compresigli noi. La ragione della necessità di seguire assiduamente la cometa è molto semplice: oggi, 4 Novembre, alle 14,40 una navicella spaziale ne ha osservato da soli 700 km il nucleo, ricavandone informazioni scientifiche di inestimabile interesse».

Il nome della cometa deriva dal fatto che fu la seconda scoperta dall’australiano Malcolm Hartley il 15 Marzo 1986. Hartley, scienziato australiano di 65 anni, era presente, emozionatissimo, al J.P.L. di Pasadena, in California, dove sono arrivate le prime immagini del nucleo della cometa: si tratta dell’unico scienziato che sia stato presente all’esplorazione diretta della cometa da lui scoperta. Il prefisso 103P significa che è la 103esima cometa della quale sia stato determinato il periodo di rivoluzione (ruota infatti attorno al Sole in 6,41 anni).
«La sonda che ha scrutato Hartley-2 si chiama DIXI ( Deep Impact eXtended Investigation) ed il fatto straordinario è che questa navicella non è alla sua prima missione: sotto il nome di Deep Impact, cinque anni fa (era il 4 Luglio 2005) aveva infatti avvicinato e colpito con un missile il nucleo della cometa Tempel-1, inviando a terra, nel contempo, le migliori immagini che siano mai state riprese ad una cometa. Il caso della Tempel-1 fu però speciale perché l’esplorazione fu condotta con tale maestria, che la navicella ne uscì in perfette condizioni. Da qui l’ idea, nuova e fantascientifica, di lanciarla verso una seconda cometa».

«L’attesa per questo incontro ravvicinato era davvero molto grande perché Hartley-2 è una cometa molto strana – conclude Guaita -. Basti dire che immagini riprese a metà Ottobre dal telescopio spaziale Hubble hanno mostrato una attività molto intensa, assolutamente anomala per un oggetto di così piccole dimensioni: il radiotelescopio di Arecibo infatti ha scoperto che si tratta, in realtà, di una specie di ‘spagnoletta’ spaziale di 2 km di dimensione maggiore, che ruota in una dozzina di ore attorno all’asse minore. Da qui l’idea che si possa trattare di una cometa molto giovane e povera di crosta superficiale, forse addirittura derivante dall’aggregazione di due o più frammenti frammenti collisionali di una cometa maggiore. Ad aumentare l’interesse di questa vicenda spaziale c’è il fatto che la piccola cometa, grazie ad un orbita particolarmente favorevole, è diventata in queste settimane anche perfettamente visibile e fotografabile da Terra».

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Pubblicato il 04 Novembre 2010
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