“Rivolta” al Falcone, gli studenti minacciano lo sciopero

Lunedì l'assemblea del grafico con la preside si è trasformata in una specie di presidio per due ore. Gli studenti non demordono e preparano la mobilitazione per settimana prossima

Studenti "in rivolta" al Falcone dopo la visita del ministro Gelmini e lo scontro nato nel fine settimana dopo le lettere di docenti e alunni. A fare esplodere la protesta è stata, paradossalmente, l’assemblea convocata lunedì mattina dalla preside Carmela Locatelli, che voleva chiarire con i ragazzi dell’indirizzo grafico che avevano scritto a VareseNews. Il confronto è degenerato di fronte alle risposte della dirigente, considerate evasive e insufficienti da una parte degli studenti, che hanno deciso di rimanere nell’atrio della scuola fino alla fine delle lezioni, per la quinta e sesta ora, senza rientrare in classe (nelle foto, alcuni momenti della protesta). Ma all’orizzonte c’è anche l’ipotesi di uno sciopero per lunedì prossimo.

 
Gallarate, scuola in rivolta dopo la visita top secret del ministro GelminiDurante l’assemblea la dirigente ha cercato il confronto con i ragazzi. «Alla fine – spiega la Locatelli – siamo arrivati ad un accordo con i rappresentanti di classe per raccogliere tutte le lamentele e affrontarle». La proposta prevedeva una serie di assemblee di classe (tra martedì e mercoledì) e un incontro con tutti i delegati degli studenti giovedì. «Ma a questo punto la "base" ha contestato gli stessi rappresentanti e hanno deciso di rimanere lì», spiega. Secondo la preside sono «frange ridotte», «strumentalizzate». Che sono pronte ad organizzare un nuovo sciopero lunedì prossimo, se non si affronteranno i nodi principali. Agli alunni del grafico di certo alcune spiegazioni non sono andate giù: non è piaciuto che la preside sostenesse che i ragazzi dell’alberghiero fossero lì per caso (per un impegno serale) e non per accogliere il ministro: «ma se c’era un intero buffet allestito!» sbotta una ragazzina. «E anche quelli dell’alberghiero la pensano così», garantisce un altro studente. 

Poi ci sono gli altri problemi vissuti quotidianamente. Tra i tanti episodi, a irritare i ragazzi è stato anche l’atteggiamento tenuto rispetto al cedimento di una ringhiera: «non è normale che una ringhiera si stacchi in parte», dicono. Insomma, non credono all’atto vandalico e non accettano la punizione dei ragazzi che si trovavano lì.
«Poi c’è anche la questione del riscaldamento – spiega Isabella, rappresentante d’istituto del grafico – che rende dei forni alcune classi e lascia al gelo altre. Senza che si possano aprire le finestre. Come si può parlare ora di collaudo, se le cose non funzionano?». C’è poi la questione degli spazi, che rimane centrale, con le classi sovraffollate. «Era progettata per 1200, ora gli studenti che la vivono ogni giorno sono circa 1300, non un numero enormemente più alto» ribatte la preside, che confida che i problemi si risolveranno nel tempo. «Dovevano pensarci per tempo, magari con il numero chiuso per l’alberghiero – dice ancora la rappresentante del grafico -. Il progetto è del 2002, sono stati loro (gli amministratori, ndr) a decidere i tempi per l’apertura. Ci promettevano una scuola bellissima, invece ci siamo trovati in una scuola sovraffollata e che cade a pezzi».
L’ipotesi dello "sciopero" lunedì non è ancora stata allontanata, lo confermano varie voci tra gli studenti. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Novembre 2010
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