Una città per tutti, le proposte di Sinistra e Libertà
Dopo il lavoro di ascolto con il "Gallarateificio", il partito presenta le sue idee per il futuro della città, pubblicate anche sul sito
Sinistra Ecologia e Libertà ha pronte le sue proposte per la città di domani: è il risultato del cantiere aperto e itinerante del Gallarateificio, portato avanti a suon di gazebo ma anche attraverso social network e spazi sul web. «Sono idee – spiegano – che ridisegnano Gallarate, dal punto di vista urbanistico, ma anche sociale e culturale. Idee che propongono un cambiamento concreto e realizzabile. Idee che porteremo alle altre forze politiche, per giungere all’elaborazione di un programma condiviso per vincere le prossime elezioni amministrative di primavera». I temi principali sono raccolti in una serie di capitoli-slogan: una Città vivibile; una Città dei diritti, del lavoro buono e sicuro; una città partecipata; una Città delle culture e dei saperi; una Città con i tuoi amici a quattro zampe; una Città onesta; una Città dello sport.
La città dei diritti, «in cui le politiche sociali non sono politiche per i deboli che diventano a loro volta politiche deboli, dove i servizi per l’infanzia, i giovani, la Terza Età, l’integrazione dei disabili devono diventare una priorità d’investimento. Ma anche una città laica che garantisce i diritti civili e delle donne, che ricerca l’integrazione con gli stranieri, che abbandona politiche repressive e del divieto che spostano i problemi senza risolverli, per scelte più difficili e che certo oggi non producono consenso elettorale ma che permettono di affrontare i problemi senza rimandarli». Come ad esempio le «unità di strada di operatori qualificati come presidio civico nelle zone problematiche,» per garantire la sicurezza e la fruibilità della città ai cittadini e contemporaneamente agire per avvicinare le persone in disagio offrendo possibilità di uscita da quella condizione.
E ancora, «la città del lavoro, buono e sicuro, per i propri dipendenti e per chi opera nei servizi appaltati. Che contrasta il lavoro nero. Che aiuta gli artigiani e i piccoli negozi, anche delle zone periferiche». La città partecipata, «con proposte concrete perché non resti uno slogan: l’urbanistica partecipata, il bilancio sociale, la cittadinanza digitale con l’uso di software open source, la collaborazione permanente con le associazioni, le case della partecipazione».
La città delle culture e dei saperi, «che ha cura della scuola pubblica, degli edifici scolastici, del diritto allo studio. Che certo guarda alla biblioteca, ai teatri, al MAGA, alla Puccini, ma che pure esce dai luoghi canonici per incontrare le persone. Che considera la cultura anche un fatto urbano, che tutela gli edifici storici, i monumenti, l’armonia e la bellezza dei luoghi, che non prosegue nel sostenere le spese per la cultura con oneri di urbanizzazione, cioè in cambio del permesso a costruire palazzi e centri commerciali».
La città con gli animali, che rafforza le collaborazioni con le associazioni per la gestione del canile, del gattile e delle colonie feline, che costruisce zone per i cani nei giardini, che facilita il trasporto degli animali sui mezzi pubblici, che ne tutela il benessere.
La città onesta, «che assicura l’impermeabilità dell’amministrazione alle infiltrazioni mafiose e alla corruzione. Con appalti trasparenti, tracciabilità dei pagamenti, con un regolamento per la pubblicità della situazione patrimoniale del sindaco, della giunta, dei consiglieri» e anche con la promessa che il Comune si costituisca parte civile nei processi per reati nella gestione del bene pubblico commessi da dipendenti .
La città dello sport «come nuova qualità della vita da affermare ogni giorno negli impianti tradizionali e negli ambienti naturali, che provvede alla manutenzione delle palestre, costruisce diffusamente percorsi vita nelle zone verdi, sostiene l’educazione motoria nella scuola e lo sport integrato».
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