“Come i trecento spartani”: il Nuoto Club prepara la difesa

Pienone all'assemblea con atleti e genitori, interviene anche Vucenovich della Federazione Nuoto: "Sono allibito". E ribadiscono la proposta: "Deteci in gestione la piscina"

Come gli spartani alle Termopili, resisteranno fino all’ultimo. E’ questa la promessa del Nuoto Club Gallarate, che ieri si è riunito per un’assemblea pubblica: atleti, genitori, allenatori, esponenti politici della variegata opposizione gallaratese hanno riempito il salone Rusnati. Alla fine della presentazione dei dati economici, proprio un filmato dal film Trecento ha illustrato la voglia di resistere del Club, come Leonida contro il Serse-Amsc. Con tanto di "urla di guerra" dei ragazzi della squadra.

Nuoto Club Gallarate, continua la battaglia per sopravvivereNel corso della serata sono stati ripetuti i numeri: la mancata erogazione del contributo previsto (era 20mila euro l’anno nelle stagioni precedenti), la scomparsa degli introiti della scuola nuoto (71mila euro nel 2009) che coprivano i costi, gli aumenti del costo dell’acqua (da 25 a 28 euro per corsia/ora), il debito complessivo che è andato ad aumentare vertiginosamente, fino a 120mila euro. Ma il Nuoto Club ha ripetuto anche le sue proposte: ad esempio quella di "far nuotare l’agonistica a prezzi convenzionati, come succede a Busto Arsizio, a Busto Garolfo, a Legnano". Oppure ancora "assumere la gestione della piscina": un boato di approvazione sostiene la proposta che Alberto Ramponi e Nino Caianiello, di Amsc, hanno respinto nei giorni scorsi. "E’ una via praticabile, non è assurda. Si fa a Saronno, a Verbania, a Sesto Calende" ribadisce il Nuoto Club. Che soprattutto sottolinea un dato: per la sua particolarità, è l’associazione sportiva che più ha versato per usare le strutture comunali, 1 milione 24mila euro in dieci anni. Anche da parte delle opposizioni politiche si guarda con favore all’idea.
 
"Dire che sono allibito è poco" ha esordito nel suo intervento Danilo Vucenovich, del comitato generale lombardo della Federazione Italiana Nuoto, che ha messo in luce da un lato l’indeterminatezza del protocollo ("fatto per lasciare nel limbo la società, per lasciare spazio a chi vuole perpetrare questo ‘delitto’ "), dall’altro quegli 818mila euro di perdita della piscina che sembrano non avere ragioni: "un debito comprensibile forse laddove si finanzia l’agonismo, ma qui l’agonismo quasi non c’è, non pesa sulle casse". Vucenovich ha ricordato ancora il valore dello sport come agenzia educativa per i ragazzi, ma anche come elemento di prestigio per una città: anche qui è tornato l’esempio di Busto Arsizio, visto anche che in questi giorni si sta allenando alla piscina Manara la nazionale di pallanuoto. Brevissimo l’intervento di Viola Valli, chiamata in causa da Nino Caianiello, che nei giorni scorsi l’ha invitata a ripianare il debito "con il ricavato di uno spot", come fosse Ronaldhino o Eto’o: "Provo vergogna per chi ha pronunciato quelle frasi, per questo non ho replicato".
 

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Pubblicato il 10 Febbraio 2011
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