Il “Puma” di Lambrate che conquista i varesini a suon di blues

Giovedì 3 febbraio, il teatro Nuovo di era gremito, per il concerto della Treves Blues Band che ha fatto tappa in città

Giovedì 3 febbraio, il teatro Nuovo di era gremito, per il concerto della Treves Blues Band, che con il suo tour teatrale e’ arrivata anche nella città Giardino. Ad aprire i battenti e’ stato il bravissimo Francesco Piu che in quasi un’ora di intrattenimento veramente coinvolgente, armato della sua inseparabile “Martina” l’acustica che lo accompagna ed il suo metallico”colapasta”,ovvero una Dobro squillante;ha scaldato il pubblico presente omaggiando i grandi del blues, tra gli altri Robert Johnson, Freddy King, ma anche il più odierno Keb’Mo confermando la sua passione per tutto il”Roots Blues” che attraverso le sue sapienti mani, alla chitarra vive una splendida “Revue” targata Italia. La simpatia che lo contraddistingue anche giù dal palco, ha permesso di far apprezzare ad un pubblico eterogeneo, non solo di appassionati, un repertorio “sacro” troppo spesso snobbato, da chi ancora ritiene che la “Roots Music”,come la chiamano gli Statunitensi , non possa far battere le mani e sobbalzare dalle sedie chi ascolta. E’ con “Got My mojo Working”,che il bravo Francesco si e’ prodotto in un finale del suo opening-act, a dir poco “esilarante”,dove gridando il ritornello al megafono, e suonandoci dentro anche l’armonica, percuotendo con un cucchiaio una “Washboard” (asse da lavare), ha passeggiato per tutta la platea, dimostrando che il blues e’ soprattutto intrattenimento spontaneo e scanzonato, anche quando si tirano in ballo mostri sacri come“Muddy Waters”, che sicuramente guida col suo Spirito il bluesman sardo. Quale migliore presentazione ed invito a ritrovare Francesco anche in altri concerti, soprattutto col suo trio, che vede come compagni di viaggio i bravissimi Pablo Leoni alla batteria e percussioni e Davide Speranza , l’asso dell’ armonica ,tenuto a battesimo proprio da Treves (Anche ottimo Talent Scout) già qualche tempo fa.Francesco Piu ha servito così solo “l’antipasto” di quello che è , mio parere, uno degli eventi più straordinari di questa stagione: “Blues in teatro”.Solo Fabio Treves, che da quasi 40 anni calca le scene italiane con la sua band, poteva registrare il “tutto esaurito” a Teatro, con un concerto che va aldilà di un evento musicale. Quella che mi si è parata davanti , già dalle prime note, era la TBB in tutta la sua autorevolezza, che ha visto come recente novità, l’inserimento del bravissimo Luca Nardi ed il suo prepotente e raffinato “Groove” al basso ed al contrabbasso, che amalgamandosi al drumming “geniale” del maestro Massimo Serra,grande conferma anche alle percussioni, hanno steso il “tappeto ritmico” alla dieci fori di Fabio per niente “arrugginita” ed alla sei corde e alla voce di Alex Gariazzo che hanno continuato così a tributare i padri fondatori del blues, tra i quali Snooky Pryor , Sonny Terry e Browne Mc Ghee,Sonny Boy Williamson II,Blind Willie Mc Tell solo per citarne alcuni.Ebbene sì, qui non si tratta di un”concerto” classico della TBB, che pure sarebbe bastato, qui si tratta di un vero “Viaggio” sulla “Higway 61” a ridosso delle rive del Mississippi, laddove Fabio col suo “Train Time Blues” il “sempre verde” assolo di armonica che imita il Treno ,appunto,ci fa andare nei luoghi dove tutto ha avuto inizio, in un posto senza spazio e tempo, sulle strade di Chicago e Memphis , le verande assolate delle ville coloniali della Louisiana, tra i “Juke Joints”del Mississippi , passando per Clarksdale con le sue desolate risaie e campi di cotone ,ove riecheggiano ancora i “work-song” , i canti di lavoro degli schiavi,arrivando fino a New Orleans nel”Quarter”, il quartiere francese, per poi immergersi totalmente, nelle acque fangose e limacciose del Mississippi, come bamava fare lo stesso”Muddy Waters” (appunto cosi’ soprannominato per il suo passatempo da “natante”). Ed e’ al “Crossroads”, questo incrocio tra il Nord Italia e il Sud degli stati Uniti che il pubblico di Varese ha deciso assieme a Fabio di vendere l’anima alla “musica del diavolo”o quanto meno di concederla in prestito per un paio d’ore,in cambio di un genuino e puro divertimento che si è concluso con un “Bis” dove la TBB e Francesco Piu al Banjo hanno intonato per accomiatarsi dal pubblico la bellissima “Hey me Hey Mama” inno del Tour,che continuerà in varie altre città italiane.“Il Puma di Lambrate” ci ha così ricordato che abbiamo “un debito morale” con questa meravigliosa musica di cui lui e’ il pioniere indiscusso nel “Bel Paese”, cominciando 37 anni fa e diventando assieme ad altri dopo di lui un “Caposcuola” del”Blues made in Italy”.
Un grazie quindi, all’instancabile Fabio per averci riportato laddove sarebbe opportuno tornare più spesso, ovvero verso la buona musica, quella che arriva allo stomaco passando per il cuore.

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Fabio Treves e la sua band al “Nuovo” 4 di 12

Mario Bartilucci

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Febbraio 2011
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