“Joel era un leader, un generoso trascinatore”
Parenti, conoscenti, amici, compagni di scuola e calcio hanno riempito la chiesa parrocchiale del paese per il rosario del giovane scomparso investito da un treno. Il ricordo dell’allenatore Paolo Masini
«Nello spogliatoio mancherà sicuramente qualcuno, quel posto vuoto nel gruppo si farà sentire». Parole di Paolo Masini, l’allenatore di Joel, il ragazzo morto martedì dopo essere stato investito da un treno fuori dalla stazione di Venegono Superiore. Il giovane stava attraversando i binari della ferrovia, non indossava auricolari come si è ipotizzato all’inizio. Forse è stata una distrazione per la fretta di prendere il treno per andare a scuola. Resta il fatto che Joel Moreno Garcia, studente della scuola Alberghiera di Gallarate, non c’è più.
Martedì sera si è svolto il primo rosario nella Parrocchia di San Giorgio a Venegono Superiore, dove Joel viveva con il patrigno, la madre e le due sorelline piccole. La chiesa era gremita di persone: parenti, conoscenti, amici, ma soprattutto ragazzi, compagni di scuola, e quasi tutta la squadra di calcio dell’Insubria di Gazzada Schianno, giunta per ricordare il proprio compagno. «Avremmo dovuto giocare il prossimo giovedì sera un recupero di campionato, ma non ce la sentiamo – prosegue Masini -, anche domenica non so se la squadra sarà in campo. È stato un colpo troppo forte per tutti».
Non si conosce ancora la data del funerale di Joel, la salma è ancora sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, ma dovrebbe essere questione di ore. La società Insubria Calcio parteciperà al funerale del giovane. Intanto il dolore per la scomparsa del ragazzo, in paese e tra gli amici, è enorme.
«Domenica ha segnato un grande gol con la Rhodense, da fuoriclasse – racconta l’allenatore -, pensare di non rivederlo più fa male. Aveva grandi qualità, ma soprattutto era un giocatore che sapeva fare squadra. Era un leader, si metteva sempre in gioco, era determinato, un trascinatore per tutti». La squadra Allievi dell’Insubria è sul fondo della classifica nel campionato e l’ultimo periodo è stato molto difficile. «Ho allenato Joel per due anni – prosegue Masini -, poi lui è tornato in Ecuador la scorsa estate, ma diceva che non si era trovato bene e a novembre è ritornato in Italia. Giocando anche nella nostra squadra, nella sua squadra. Anche io recentemente sono tornato ad allenare ed è stato un piacere ritrovarlo, giocare con lui. In questo periodo, c’era bisogno di mettersi al servizio della squadra, evitare i personalismi e lui lo ha fatto, spesso rinunciando alle sue uscite dagli schemi. L’ho trovato molto cresciuto».
Il ricordo dell’allenatore non si ferma, con la voce spesso rotta dalla commozione: «Dava l’anima quando giocava, non solo in campo, ma anche nello spogliatoio. Era estroverso, generosissimo e aveva un carattere forte, trascinava il gruppo e dava sè stesso per gli altri. Abbiamo avuto delle discussioni in passato, a livello calcistico, perchè prendeva troppo l’iniziativa, ma faceva parte di lui, del suo modo di concepire il calcio. Sono cose che fanno molto arrabbiare un allenatore, ma sono anche quelle che lo fanno più innamorare di un giocatore. Adesso ci vorrà del tempo perchè ritorni un po’ di tranquillità, non solo in me, ma in tutta la squadra. Nello spogliatoio, da ieri, c’è un grande vuoto».
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