A scuola, non c’è più l’intervallo di una volta
La riflessione di un genitori alle prese con i tanti divieti che la scuola impone agli studenti: dal telefonino, al pallone, a due passi in giardino
vi scrivo perchè vorrei esporre un piccolo fatto occorso a scuola ad uno dei miei figli e che mi ha fatto un poco riflettere. Premetto che sono fermamente convinta che, per una migliore collaborazione scuola/famiglia e per non generare "piccoli principini viziati", sia mio dovere, come genitore, non sminuire, agli occhi dei miei figli adolescenti, l’autorità degli insegnanti ed il rispetto assoluto a questi dovuto. Ultimamente però alcuni episodi, ed in particolare quest’ultimo che vado a raccontare, mi pongono dei dubbi sul fatto di non "ribattere mai o quasi" su certe regole.
A scuola è vietato l’uso del telefonino (ovviamente e giustamente), su questo nessuna obbiezione.
La regola pare dica più precisamente che è vietato l’uso del telefonino negli orari di scuola.
Ora.. è’ corretto, secondo genitori ed insegnanti che leggeranno forse questo mio quesito, che sia perentoriamente vietato l’uso del telefonino (giochi e messaggistica) anche durante l’intervallo della mensa?
La punizione (ritiro del telefono) ci starebbe senza ombra di dubbio, a mio avviso, se detta "distrazione" avvenisse ovviamente durante la lezione o durante il cambio dell’ora. Potrebbe altresì starci se il "delitto" fosse consumato in uno degli intervalli di pochi minuti (meglio smangiucchiare qualcosa e prendere il sole in cortile..) ma se il fatto avviene all’uscita dalla mensa, alla quale segue un più lungo lasso di tempo gestibile nei più svariati modi, vale la pena proibire tassativamente l’uso del telefonino e prevederne il ritiro per chi sgarra?
Premetto anche che non sono una fans dei telefonini e, personalmente, mi irrita l’uso incondizionato che ne fanno i ragazzi al giorno d’oggi..ma bisogna oramai capire che il telefonino fa "parte di loro".
Che male ci può essere sull’uso dello stesso durante l’intervallo più lungo della giornata? Forse noi "grandi" non ci sediamo al tavolo con il telefonino a portata di mano per vedere video e/o chattare su FB o semplicemente mandare sms? Ristoranti, tavole fredde e anche spiaggette di lago sono piene (purtroppo) di adulti che "riempiono" l’ora di pranzo con il telefonino.
Io mio figlio l’ho ripreso perchè comunque ha disobbedito ad una regola della scuola e mai, davanti a lui, avrei dato torto ai docenti..ma ora mi chiedo: è poi così giusta questa "rigidità"? Considerando altresì che in questi ultimi anni i divieti sono lievitati non di poco?
Durante gli intervalli no al gioco del pallone perchè prima o poi si fanno danni, no a rincorrersi perchè prima o poi qualcuno si fa male, no a uscire perchè fa troppo freddo o troppo caldo o perchè, se ha piovuto, si sporcano le scarpe e poi di conseguenza i locali della scuola. I NON SI PUO’ sono divetati veramente tanti (arrivo anche a capirne i motivi…giuro…finchè ci sono genitori che denunciano la scuola perchè il figlio è arrivato a casa con il ginocchio sbucciato è ovvio che gli insegnanti ed il personale della scuola adottino il pensiero "meglio prevenire che curare") … ma cosa devono /possono fare questi ragazzi nei momenti che dovrebbero essere "liberatori" e di svago? Le figurine oramai a quell’età sono fuori moda mi pare.
Poi durante le assemblee di classe si sentono lamentele sul fatto che i ragazzi durante le lezioni sono troppo "agitati". Dove sono finiti i "sani intervalli" della scuola dove ci si poteva anche arrampicare sugli alberi o dove la partita di pallone era un classico e si rientrava sudati e sporchi ma "sfogati e felici"? Che nostalgia…
Basta invece poi passare davanti ai cortili delle scuole durante gli intervali e si constata che la maggior parte dei ragazzi fumano…indisturbati. Non è forse meglio proibire il fumo durante le ore di scuola allora, intervallo e/o spazi all’aperto compresi?
Tengo a sottolineare che la mia non è una presa di posizione "contro", ne è una provocazione. Vorrei solo, leggendo i vari pareri, le varie posizioni, aver la possibilità di capire altri punti di vista e poter "maturare" come genitore.
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