La Pro e il suo anno tempestoso
Le dimissioni di Iodice sono solo l'ultimo tassello di una stagione da dimenticare sotto il profilo societario ma grandiosa dal punto di vista umano e sportivo
Mentre la città si prepara ad eleggere il nuovo borgomastro la Pro Patria continua a navigare in cattive acque senza un patron disponibile a salvarla dal fallimento. Intanto la squadra si è guadagnata l’accesso ai play off per salire in Prima Divisione battendo la Sanremese ma, se nulla cambierà entro metà maggio, si tratterà di uno sforzo inutile in quanto la società non ha le possibilità economiche per iscriversi al prossimo capionato.
Proprio il segretario generale Pino Iodice, che ha annunciato le sue dimissioni oggi martedì, aveva tracciato la situazione debitoria della società nell’assemblea alla quale si sperava partecipassero gli imprenditori protagonisti dell’attuale disastro finanziario e i futuri possibili salvatori. In quella sede Iodice parlò di un debito di 2,5 milioni di euro più altri 800 mila euro di crediti vantati dal’ex-patron Savino Tesoro. Questa montagna di soldi ha spaventato i possibili compratori più facoltosi come la famiglia Giulini mentre ha trovato gente come Massimo Pattoni, attuale proprietario del 90% della Pro Patria, che di soldi da spendere non ne ha.
Il tutto è nato dalla precedente gestione con alla presidenza il giovane Antonio Tesoro, figlio di Savino, il quale in due anni è riuscito a far retrocedere la squadra dalla Prima Divisione alle Seconda e a firmare contratti onerosi per la categoria, tali da far salire il costo di gestione della società ai livelli attuali. Proprio questa gestione poco oculata ha spinto il padre a chiudere i rubinetti e a far dimettere il figlio. A quel punto, siamo all’ottobre del 2010, sono iniziati i guai della Pro Patria. il padre si era detto disponibile a vendere la società a costo zero ma, dopo vari tentativi con una cordata di imprenditori nostrani, il pacchetto azionario è andato a Pattoni, un agente immobiliare di Cremona, per conto di Mirko Turano, un imprenditore del settore immobiliare col pallino del calcio. L’unico risultato conseguito affossa ulteriormente la squadra con la cessione gratuita del bomber Francesco Ripa alla Nocerina con la squadra prima in classifica. Subito dopo se ne va anche il direttore sportivo Carlo Regalia.
Il tentativo di mettere in piedi un progetto di abbattimenti dei costi e la poca chiarezza da parte dello stesso Pattoni ha creato una rivolta interna alla società stessa con tifosi e giocatori che sono arrivati ad occupare lo stadio Speroni. Il resto è storia nota con il tentativo della famiglia Giulini di acquisire una società che è pure finita sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza ma anche questa possibilità è sfumata. Oggi, a poco più di 20 giorni dal termine ultimo per l’iscrizione al campionato 2011-2012 la storia della Pro Patria rischia di subire un nuovo stop nonostante i sette punti di penalizzazione accumulati durante l’anno e l’accesso ai play off garantito con due giornate d’anticipo.
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