Proteste in carcere, i vicini: “Quelle urla ci disturbano”
Un lettore ci segnala che da un paio di notti si sentono grida provenire dal carcere dei Miogni: «Mi stupisco che venga permesso». L'istituto: «Libera manifestazione del pensiero»
Le proteste dei detenuti "disturbano". Non sono passate inosservate ad alcuni residente di Varese le proteste delle persone detenute nel carcere di Varese. Carcere che, come sottolinea il lettore che ci segnala la situazione, si trova "ancora" in centro.
In effetti da circa due notti alcune persone hanno aderito alla proteste iniziata da Marco Pannella, leader dei Radicali, contro la drammatica situazione di sovraffollamento negli istituti italiani. E da Varese lo fanno urlando "libertà, libertà" e battendo sulle sbarre dei blindati che chiudono le celle. In particolare, lo hanno fatto l’altra sera dalle 20.15 alle 21.30 e ieri sera dalle 21 alle 22.
Una "normale" protesta per i detenuti, che non hanno molti altri modi per manifestare le proprie idee. Anzi, aggiungiamo noi, l’intento è proprio quello di farsi sentire.
Ma ad un loro "vicino di casa" queste due notti non so proprio andate a genio: «Ovviamente – ci scrive il lettore -, essendo "ancora" in centro il carcere dei Miogni, disturbano e non poco la quiete pubblica. Mi stupisco che venga loro permesso!».
Ma la protesta e il metodo scelto, spiega il direttore del carcere Gianfranco Mongelli, rientra «nella legittima manifestazione del pensiero. Finchè si tratta della battitura dei blindati, non interveniamo. Lo facciamo solo in situazioni più gravi. Ma non è questo il caso». Insomma, i cittadini in libertà manifestano con cortei e occupando il suolo pubblico, le persone detenute facendo sentire la propria voce.
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