Confessa il camionista che ha sparato a Ranieri
L'uomo, un 52enne di Cardano, ha tentato di uccidere il concittadino dopo un mese di minacce e aggressioni nate da una manovra azzardata in auto. L'arresto nella serata di sabato
Tutto nasce da una manovra azzardata: è così che a metà giugno si sono incrociati i destini di Michele Ranieri e di colui che è andato a un passo dal diventare il suo assassino, crivellandolo di colpi giovedì 21 luglio davanti all’ingresso del Roxy Bar di piazza Sant’Anastasio a Cardano al Campo. L’uomo è stato fermato nel tardo pomeriggio di sabato dai Carabinieri di Gallarate e ha ammesso tutti gli addebiti: si tratta di Pasquale Fuscà un camionista 52enne di origini calabresi, residente a Cardano, con alcuni piccoli precedenti per furto risalenti a molti anni orsono. Le indagini, sviluppate nell’arco di 48 ore, hanno portato all’individuazione del colpevole dopo che le forze dell’ordine avevano sondato accuratamente i contatti di Ranieri, noto malavitoso della zona, temendo un regolamento di conti per ragioni legate alla criminalità; alla base del gesto ci sarebbero invece soltanto futili motivi. L’arma del delitto, tuttavia, non è stata ritrovata.
La dinamica dei fatti è semplice: poco più di un mese fa Ranieri, con la sua vistosa 500 Abarth, aveva tagliato la strada al concittadino provocando una lite sfociata in spintoni, minacce e calci all’auto dell’uomo. Dopo essersi recato inutilmente a casa di Ranieri per chiedere ragione del gesto, il camionista è stato attirato in un luogo isolato dove è stato nuovamente minacciato; da lì in poi, un’escalation di angherie e di aggressioni ai danni dell’uomo e dei suoi figli, tamponati in auto e inseguiti nei locali pubblici con ogni pretesto. Il 52enne, esasperato, si è procurato una pistola presso un mercato clandestino (pagandola 600 euro), con l’intenzione di usarla a scopo difensivo; di fronte all’ennesima provocazione avvenuta giovedì pomeriggio, però, non è più riuscito a trattenersi ed è ripassato davanti al Roxy Bar con il suo scooter, svuotando il caricatore della pistola contro Ranieri. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’intera vicenda, ma dal video è impossibile risalire all’identità dello sparatore. Successivamente, l’uomo si sarebbe sbarazzato dell’arma gettandola in un bosco.
Dopo aver indagato tra le conoscenze di Ranieri, con perquisizioni e rilievi personali, i Carabinieri sono risaliti all’uomo grazie al suo scooter da 200 cc, compatibile con quello visibile nel video e descritto dai testimoni (che pure, intimoriti dalla figura del malvivente, non sono stati troppo prodighi di informazioni). Dopo la prima perquisizione a domicilio, il colpevole ha reso una piena confessione nel corso dell’interrogatorio durato fino alle 2 della notte successiva. L’uomo si è giustificato dicendo di aver voluto soprattutto proteggere i figli, estranei a qualsiasi attività criminosa e minacciati a più riprese da Ranieri. "Un successo investigativo – rileva il colonnello Bartolomeo Catalano, comandante provinciale dei Carabinieri – dovuto alla perfetta sinergia con la Procura, che fin dal primo momento ha collaborato alle indagini mettendosi a disposizione per qualsiasi necessità. Tiriamo un sospiro di sollievo perché nei primi momenti tutti abbiamo temuto che si trattasse di un episodio legato al mondo della criminalità organizzata".
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