Le sue moto piacevano ai re e alle star di Hollywood

La storia della Cagiva e di Claudio Castiglioni è la storia del successo planetario di un marchio e dell'intuizione di un grande imprenditore

Sapeva pensare e costruire moto come pochi al mondo. Claudio Castiglioni, presidente della Cagiva, si è spento nalle 6 e 30 del 17 agosto, all’ospedale di Circolo, all’età di 64 anni. Il suo nome ha girato il mondo in sella ai suoi bolidi.
Le moto di patron Castiglioni, infatti,  piacevano ai re (è rimasta nella storia la consegna di un modello al sovrano di Spagna), agli attori di Hollywood (primo fra tutti Tom Cruise) e agli sportivi di rango.
Una storia del made in Italy di successo iniziata nel 1950 grazie all’intuizione di Giovanni Castiglioni (il padre), imprenditore specializzato in minuterie metalliche.
Negli Anni Settanta i Castiglioni si misurano con le competizioni sportive adattando motociclette prodotte da altri marchi. In quello stesso periodo si consolida il rapporto con il campione di motociclismo Giacomo Agostini e il mondo delle corse. I risultati per il marchio varesino non tardano a venire e così la famiglia Castiglioni decide di acquisire gli stabilimenti della Schiranna, dove si inizia a produrre la mitica Cagiva (acronimo che sta per Castiglioni Giovanni Varese). Le moto sfornate dagli stabilimenti in riva al lago di Varese hanno subito un grande successo, soprattutto per la varietà della gamma proposta.
Comincia anche la magnifica avventura della Cagiva sui circuiti agonistici: finalmente un marchio italiano è in grado di competere con gli imbattibili (fino ad allora) bolidi giapponesi e Castiglioni vince  tutto quello che si può vincere. Con Cagiva arrivano i successi nel Campionato Mondiale di Motocross e i trionfi nella sfida africana del deserto, la Parigi-Dakar. Sempre a Cagiva si deve l’epopea della 500 GP, e gli indimenticabili successi in quella categoria. La casa madre consolida la sua strategia aziendale nel tempo con l’acquisizione di alcuni marchi storici del motociclismo, nostrani e stranieri (Ducati, Moto Morini,  Husqvarna). In questo modo i Castiglioni cercano di dare una risposta alle richieste articolate del mercato e nel frattempo dominano le competizioni: con Ducati conquistano intere stagioni del Campionato mondiale Superbike, grazie a modelli come 851 e 916, nati sotto la guida di patron Claudio; e con Husqvarna i titoli iridati nell’enduro, nel motocross e nel supermotard.
Ma è l’acquisizione della MV Agusta che segnerà la storia professionale e umana di Claudio Castiglioni, perché a quello storico marchio  l’imprenditore dedicherà quindici anni della sua vita, creando modelli che sono considerati in tutto il mondo icone di stile ed esclusività, perle del Made in Italy. Nulla viene lasciato al caso: il più piccolo dettaglio è rivisto centinaia di volte per essere semplicemente unico, perfetto e inimitabile, come ogni MV Agusta. E dietro ogni dettaglio ci sono il lavoro, le idee, il cuore di Claudio Castiglioni che conosceva a memoria ogni singolo componente delle sue creature a due ruote.
L’ultimo colpo messo a segno è un modello che spopola tra i giovani e i big: la MV Agusta Brutale.  Un mito di potenza selvaggia ed eleganza avveneristica, di intelligenza progettuale e istinto del bello. 
Il marchio di famiglia è legato a doppio filo all’industria e allo sport. Indimenticabili le stagioni vissute da sponsor ufficiale del Basket Varese. Due miti della città che si incontrano sul terreno di un amore comune: la pallacanestro.
Con la morte di Claudio Castiglioni si chiude un capitolo importante della storia industriale e sportiva di Varese.

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Pubblicato il 17 Agosto 2011
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