Chiesa di Masnago piena di amici per la veglia a Stefano
Una celebrazione molto intensa, condotta attraverso la preghiera ecumenica di Taizè
La chiesa di Masnago, questa sera, era colma di gente, per la veglia in ricordo di Stefano Pini, il giovane di 32 anni stroncato da un virus improvviso mentre si trovava in vacanza in Croazia, con la fidanzata e alcuni amici.
La celebrazione è stata molto intesa, e seguiva lo stile della preghiera ecumenica della comunità di Taizè, l’esperienza comunitaria francese che per tanti giovani cristiani è da decenni un punto di riferimento, sia nello stile di vita che nelle forme di meditazione.
Ma è soprattuto la comunità, la cifra di Taizè; un clima che si è respirato, profondamente, anche durante la veglia alla chiesa di San Pietro e Paolo, condotta per buona parte del tempo in silenzio e con canti in francese e altre lingue.
Davanti all’altare, è stato posto un crocifisso, mentre un gruppo di amici del giovane scomparso si sono seduti, in cerchio, su tappeti rossi, di fronte al cristo in legno. E stato letto il salmo 139, inframezzato dal canto «Nada te turbe»; e ancora la lettura dal vangelo di Giovanni (3-16,17), (Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna). Una citazione di Frate Roger di Taizè era nel libretto, e poi un solo saluto “Ciao Ste…”.
Tanta gente, dicevamo, commossa, in silenzio, partecipe. Stefano Pini era un ragazzo davvero molto conosciuto e tutti nel quartiere parlano della sua scomparsa.
Ma come spesso accade quando se ne va una persone molto amata, è davvero stupefacente quanto persone lo stiano ricordando in questi giorni: l’oratorio di Masnago, ma anche gli appassionati della pallacanestro, semplici cittadini, e tutti a spiegare che Stefano era un ragazzo meraviglioso, o a dimostrarlo come stasera, con lo sguardo.
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