Comune, sfida drammatica per salvare i conti
Gli investimenti del passato, soprattutto quelli per l'IPC Falcone, pesano sul bilancio del Comune, si rischia di sforare il patto di stabilità e perdere milioni di euro. Soluzione? Tagli momentanei sugli investimenti e alienazioni di patrimonio
Una città al bivio, davanti ad una sfida drammatica per far quadrare i conti e non sforare il patto di stabilità: in consiglio comunale, lunedì sera, si è capita tutta la serietà della situazione dei conti del Comune, stretti tra pagamenti della parte corrente e investimenti ancora da pagare, su tutti l’enorme spesa dell’IPC Falcone. «Con queste cifre non saremo in grado di raggiungere il patto di stabilità: si sono fatte delle forzature nel bilancio di previsione» ha spiegato – in una lunga relazione – l’assessore al bilancio Alberto Lovazzano. Solo per il "patto di stabilità interno", si parla di uno squilibrio di 4milioni 810mila euro rispetto alla cifra massima consentita.
Uno scenario fosco, quello che attende la città se non si riuscisse a rientrare nei criteri che definiscono gli "enti virtuosi", che cioè spendono e investono in modo equilibrato. Le penalizzazioni previste per chi sfora sono infatti pesanti: la spesa per investimenti viene fissata al massimo pari a media di ultimi 3 anni (il che equivale nel nostro caso a -2mln di euro); viene fatta una penalizzazione sui trasferimenti dallo Stato (-1,5milioni, a cui si aggiungerebbero -2mln da tagli previsti dalla manovra); il blocco dei mutui; il blocco assunzioni e il blocco del turnover; il blocco emolumenti amministratori; la riduzioni dei premi al personale.
Scenario pericoloso, dunque, legate alla facilità con cui si è speso in passato (anche nei primi mesi del 2011, prima delle elezioni) e alla tendenza a dilazionare i pagamenti nella parte finale dell’anno. Ma alcune spese hanno pesato di più:
«L’operazione sull’IPC Falcone, finanziata con mutui, è fortemente penalizzante, quest’anno pesa per 7,2 mln» ha spiegato ancora Lovazzano. Di fronte a questo, si prepara una manovra correttiva di fine anno molto austera, con la riduzione a zero degli investimenti e risparmi in ogni dove: per esempio -250mila per potenziamento delle strade, -100mila per opere cimiteriali, -200mila per il previsto rifacimento del centro "storico" di Moriggia, -130mila sulle manutenzioni straordinarie di immobili comunali. Rimangono le ordinarie manutenzioni (anche quella stradale) e si cerca di mantenere la spesa sociale e per i servizi. «Sono inteventi consistenti, ma che non toccano le spese per il sociale, i tagli per lo più sulle opere pubbliche» ha spiegato Piergiorgio Praderio per "Città è Vita", una delle forze capofila della maggioranza di centrosinistra.
Di fronte alle prospettive non certo esaltanti e alla necessità di risparmiare al massimo, non sono mancate le accuse rispetto alla passata gestione, targata PDL: «Per anni – ha attaccato Praderio – non c’è stata trasparenza nella gestione comunale, questa non è stata la casa di vetro che avrebbe dovuto essere: si parlava di 10mln di crediti e 10mln di "tesoretto". L’IPC Falcone doveva costare 12 milioni, ne è costati 26, la quota del Comune è passata da 3 a 18 milioni». Di «inadeguatezza e incapacità a gestire un bilancio complesso» ha detto Alessio Mazza di SEL, spalleggiato anche da Giovanni Pignataro del Pd. Edoardo Angotti ha puntato il dito anche sulle spese del 2011 «il Comune ha speso 10 milioni da gennaio a maggio, il che significa che durante la campagna elettorale si stava già sforando. Potevamo permetterci di spendere 7 mln e ne avevamo già spesi 10». «Il protagonista principale di questo disastro è l’amministrazione uscente che ha dissipato comportandosi da ganassa» ha detto (con il consueto linguaggio colorito) Antonio Trecate della Lega Nord. Alle critiche feroci dell’opposizione, i consiglieri del PdL hanno contrapposto una difesa d’ufficio poco convinta («attivare tutte le strategie per rimanere nell’alveo dei Comuni virtuosi»), se non sulla operazione Falcone, difesa a spada tratta da Giuseppe De Bernardi Martignoni.
E allora? Una delle prime, possibili operazioni potrebbe essere fatta sull’IPC Falcone. La speranza sembra essere quella di coinvolgere la Provincia «perché magari rilevi una parte che siamo disposti ad alienare», come ha spiegato il sindaco Edoardo Guenzani, rivolgendosi in particolare ad Aldo Simeoni, Giuseppe De Bernardi Martignoni e Massimo Bossi (rispettivamente assessori e consigliere del PdL in Provincia) e ai leghisti, visto che il Carroccio è l’azionista di maggioranza del governo provinciale. La Provincia risponderà all’appello? In attesa di capirlo, la riduzione della spesa si accompagnerà con il tentativo di alienare una parte dei beni del Comune, operazione che non tutte le forze di maggioranza guardavano con favore e che invece è stata indicata anche da Massimo Bossi del PdL come possibile via d’uscita. Anche se c’è da dire che il momento economico generale non sembra benaugurante per la riuscita di questo tipo di operazione. «Dobbiamo fare tutto il possibile entro il 30 novembre, non c’è da perdere un attimo» ha dato manforte anche Antonio Trecate della Lega, mentre Giovanna Bianchi (capogruppo del Carroccio) ha giudicato comunque insufficienti le scelte previste dall’amministrazione.
Altra ipotesi, quella di una operazione societaria su Seprio Real Estate, la società che possiede il parcheggio interrato di via Bonomi: «è al 49% del Comune, si poteva vendere ad Amsc, ma Amsc non può permettersi l’investimento» ha spiegato ancora il sindaco. Guenzani ha invitato tutti (anche nella sua stessa maggioranza, dove c’è stata qualche frizione sulle dichiarazioni più dure verso il PDL) a evitare toni di eccessiva polemica e a concentrarsi sul futuro e sul risanamento. «Tutti i consiglieri comunali prendano atto della situazione» ha detto il sindaco, dicendo di essere convinto che sul Falcone «non ci sia malafede nell’aver fatto un istituto di pregio». Ora ci si concentra sulla necessità di rientrare nel patto entro il 30 novembre, senza operazioni creative come quelle che hanno reso drammatica, oggi, la situazione. Ma l’operazione è quantomai difficile
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