Dentro la melanconia della parola
Nomos edizioni pubblica l'ultimo lavoro di Silvio Raffo
Nel gioco delle vicissitudini quotidiane la solitudine come controcanto e una tensione verso l’altrove che nel disagio prodotto dalle vicende della vita, esorcizza la consapevolezza della morte e la lucida coscienza della umana finitudine che da sempre ci accompagnano. Dentro un desiderio vivere mai appagato, mai completamente raggiunto perché “ .. se Eraclito ha ragione era la vita/ che di continuo urgeva alle mie porte…”Ecco allora che la parola, le parole, si accavallano in una tensione poetica, costruita da un canto melanconico, capace ugualmente di farsi musica così da “ …trattare direttamente con l’Eternità…”.
Allo stesso tempo , la ricerca poetica di Silvio Raffo, è vissuta, consapevolmente, anche come una sorta di autobiografia, “ …Qui piove a scrosci , mamma, e la mia stanza/ come un urna fasciata di silenzi/ accoglie ancora e sempre il solo incanto/ del tuo ritorno….”, connotandosi spesso di una manifesta ironia “…seduto su un muretto scortecciato/ sono solo e come sempre sorridente/ non aspetto nessuno -al mio passato/ all’amore, alla morte indifferente…”
Così nel procedere dei percorsi, dentro la musicalità delle parole, la poesia di Raffo è da sola in grado di mettere a nudo tutte le consapevolezze o gli inconsapevoli momenti del quotidiano, poiché la parola poetica è possibilità, è sfida e nel farsi “…alata Durlindana …” è capace di penetrare, di svelare le tenebre, di restituire in un modo compiuto e ben organizzato, il senso di perfezione e compostezza che la complessità dell’esistenza non è in grado d’offrire, presa com’è tra ansia di vita e di morte, tra realtà quotidiana e desiderio d’infinito.
In questa nuova raccolta, Silvio Raffo costruisce, attraverso la melodia evocativa e la sonorità delle parole in endecasillabi, una memoria in versi, nella lucida consapevolezza d’ogni umano destino. Sa andare oltre l’abissale silenzio dei tanti luoghi vissuti e delle altrettante paure che accompagnano i giorni dell’ umana finitudine perché “…forse l’inverno ci sarà cortese…”
La parola poetica allora, col suo canto leggero ed essenziale va oltre l’autoreferenzialità dell’autore ne vince i timori, le ombre, le paure della vita e gli fa dire: “ …mi muoverò furtivo fra gli umani / col mio segreto e un gelido domani / ho superato la suprema prova / di qui comincia la mia vita nuova…”
Silvio Raffo
Al Fantastico Abisso
Nomos edizioni
pp. 109, Euro 14,00
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