“I tagli alla sanità varesina sono necessari”
Incontro in Regione con il direttore generale dell'azienda Walter Bergamaschi. Su Cuasso al Monte: «Nessuna decisione, ma va aperta una riflessione»
Una serie di proposte e ipotesi per gestire l’impatto dei tagli e soprattutto affrontare la questione del rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza. Sono questi i punti principali affrontati da Walter Bergamaschi, direttore generale (dg) dell’Azienda ospedaliera di Varese, nell’incontro con la Commissione Sanità di Regione Lombardia.
Dopo un piano complessivo di riorganizzazione del lavoro e un tentativo di intervenire sui tempi di degenza pre-operatoria («con risultati soddisfacenti» ha dichiarato il dg), l’azienda si trova ora a dover gestire un taglio di risorse di 3,5 milioni di euro. Una situazione che, come ha già spiegato Bergmaschi nei giorni scorsi, potrebbe portare a un blocco parziale del turn over del personale (ovvero non sostituire chi va in pensione o si trasferisce) e soprattutto a non rinnovare i contratti a tempo determinato in scadenza.
Ai consiglieri regionali (per Varese erano presenti Alfieri e Tosi del Pd e Azzi del Pdl) Bergamaschi ha presentato una serie di proposte "per salvare i contratti". A livello più generale l’azienda punta a diminuire i giorni di degenza (in particolare pre-operatoria) senza diminuire il numero di interventi; accorpare i reparti di ortopedia e chirurgia degli ospedali del Verbano; spostare l’assistenza dei pazienti che hanno subito un trapianto dalla terapia intensiva alle aree di degenza ordinaria e diversificare la distribuzione del personale infermieristico. Tutto questo senza limitare il numero di operazioni e senza mettere in discussione i servizi di pronto soccorso e terapia intensiva.
Più nel dettaglio e in tempi più rapidi, l’azienda punta a reperire risorse per limitare gli interventi sui contratti con l’avvio della sperimentazione dei letti subacuti (cure intermedie, 22 posti); lo spostamento dei costi per i letti di sollievo sulla Regione; la riduzione dell’area a pagamento delle ore aggiuntive richieste a medici e infermieri; una progressiva centralizzazione dell’attività di laboratorio.
L’incontro con il dg è stata anche l’occasione per confermare il progetto del Del Ponte e chiarire le voci sulla possibile chiusura del presidio di Cuasso al Monte . «Nel nostro piano triennale non sono previsti interventi su Cuasso. Certamente dovremo aprire una riflessione e un’analisi sulla situazione di questa struttura. Sono due le maggiori criticità: la lontananza e la difficoltà, soprattutto per i pazienti anziani, per raggiungerla». Ma, conclude Bergamaschi, si parla comunque di tempi non inferiori ai sei mesi.
Soddisfatto, ma con alcune criticità, il Pd che aveva richiesto l’audizione. «Le manovre a livello nazionale e regionale incidono sui fondi per la sanità – commenta Alessandro Alfieri -. Bisogna scongiurare il rischio di non rinnovo dei contratti a tempo determinato che sono una risorsa per l’azienda e su questo registriamo l’apertura del dg. Esprimiamo però forte preoccupazione su un eccessivo ricorso alla contrazione dei tempi di ricovero che rischia di scaricare sulle famiglie l’assistenza post-operatoria, anche a fronte di un sistema di cure intermedie che è solo in fase sperimentale. Siamo soddisfatti anche sulla rassicurazione sull’ospedale Del Ponte, mentre sull’ospedale di Cuasso chiediamo che qualsiasi scelta sul futuro del presidio ospedaliero venga condivisa con le comunità locali».
Per questo Alfieri e Azzi (membri della Commissione Sanità) si recheranno a Cuasso lunedì per un incontro con gli amministratori locali.
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