Filippo De Sanctis: “Ho iniziato a fare l’attore per amore di una ragazza”

Economia e politica ma anche tante curiosità nella diretta web di VareseNews che ha visto come protagonista il direttore del teatro Apollonio

Un romano “de Roma” a Varese. Filippo De Sanctis è arrivato in città otto anni fa, lasciando la capitale per iniziare una nuova avventura: la direzione del Teatro Apollonio di Piazza Repubblica. «Quando sono partito per il nord avevo dei preconcetti ma ormai mi sento un romano di “terra padana”».
La diretta web di VareseNews, condotta da Michele Mancino, è stata l’occasione per parlare della situazione culturale della città ma anche per togliersi qualche curiosità. Prima di parlare di costi, economia e programmi, i lettori hanno voluto sapere chi è il direttore del loro teatro: un attore mancato? Quando è arrivato in città? Si trova bene? Chi sogna di portare nel "suo" teatro? «La mia carriera inzia come attore, professione che ho iniziato per amore di una ragazza – spiega De Sanctis -. Lei faceva l’accademia di arte drammatica e per starle vicino mi sono iscritto anche io. Alla fine, più andavo avanti, e più mi innamoravo del teatro». Finita l’accademia, inizia a girare per i palcoscenici finché arriva la nuova svolta, «sentivo la necessità di costruire qualcosa, oltre ad interpretare il personaggio. Volevo occuparmi della parte organizzativa, capire come funziona il teatro e cercare di dare risposte alle tante domande che noi attori ci facevamo. Domande che riguardavano la precarietà del settore e i dubbi sul futuro di chi fa questo mestiere».

L’arrivo a Varese è nel 2002 quando inizia la direzione del teatro di Varese. Una struttura che ospita circa 50 mila spettatori all’anno, «spettatori che vanno ringraziati perché continuano ad amare il teatro. Le difficoltà si registrano invece con i comuni che con la crisi economica investono meno nell’acquisto di produzioni teatrali». Ma quale può essere la soluzione per risollevare il teatro? Fare "rete", come fanno le aziende in tempi di crisi, può funzionare? «Sì e succede in diverse regioni. Ci potrebbe anche essere un’altra opportunità: quella di fare “comunicazione e marketing”. Credo che il teatro non debba avere paura di entrare in concorrenza con altri generi di consumi perché sono convinto che il consumo di un evento culturale o di una mostra sia virtuoso. I teatri possono unirsi per sollecitare l’interesse e il valore del pubblico al consumo di cultura».

Un “consumo” che al teatro di Varese è positivo. La nuova campagna abbonamenti si è aperta con 2500 biglietti venduti in una settimana e con un cartellone che offre spettacoli di tutti i generi, dal musical alla commedia, dal contemporaneo alla prosa (che con 7000 spettatori nel 2010 è il genere più amato dai varesini). La politica di Filippo De Sanctis, infatti, è quella di avere grande attenzione al pubblico, così come insegnò l’assessore alla cultura del comune di Roma Renato Nicolini con la sua “Estate Romana”. «Vorrei creare un’intera stagione che soddisfi i varesini, questo è il mio sogno. Nicolini ebbe una grande intuizione, riportò la gente nelle piazze e organizzò attività artistiche alla portata di tutti. Bisogna sempre ricordare che le esperienze culturali rendono migliori e mettono le persone in contatto con il resto del mondo. La cultura e il teatro sono un’esperienza di vita e lasciano sempre qualcosa». Concetto che De Sanctis ribadisce anche quando si parla della possibilità di un nuovo teatro a Varese: «Sono contento perché costruiscono un teatro più strutturale fisicamente. In questi dieci anni comunque, mi sono sempre sentito sereno perché credo che il teatro si crea quando ci sono persone che hanno voglia di raccontare qualcosa e persone pronte ad ascoltarle. A Varese si è costruito questo e c’è la voglia di andare a teatro». Ed è con il concerto di Paolo Conte che si è aperta questa nuova stagione che si chiuderà a maggio con quasi cinquanta spettacoli: «La serata con Paolo Conte è stata molto bella. E’ stato lui, dieci anni fa ad inaugurare la struttura e il suo ritorno ci ha fatto molto piacere. In camerino ha ricordato la sua prima volta a Varese quando ancora i tecnici stavano sistemando le luci. Ora è tornato in un teatro vivo e maturo».

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Pubblicato il 26 Ottobre 2011
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