La cava Femar può accogliere i detriti dell’Arcisate-Stabio

Il grande "buco" sulla collina è stato dissequestrato e potrebbe accogliere la terra contenente arsenico proveniente dagli scavi dell'Arcisate-Stabio. Il Comune di Viggiù è d'accordo, così si eviterebbe il ricorso alla più lontana cava di Malnate

Via i sigilli alla cava Femar di Viggiù: il giudice ha deciso il dissequestro dell’impianto  – disposto nell’ambito di una indagine su rifiuti speciali provenienti dalla Svizzera -, uno degli impianti in cui potrebbero finire gli inerti (terra, ghiaia e massi) estratti nel cantiere dell’Arcisate-Stabio.

I sigilli sono stati rimossi nel pomeriggio di giovedì, rendendo pienamente utilizzabile l’intera struttura (una parte più piccola era già stata dissequestrata precedentemente). Una notizia che ha un peso significativo perché la cava è una delle tre ipotesi messe in campo per accogliere gli 800mila metri cubi di inerti estratti scavando gallerie e trincee della nuova ferrovia transfrontaliera: la presenza di arsenico (naturalmente presente nel sottosuolo) rendeva impossibile un riuso nel ciclo dell’edilizia e quindi serviva un luogo di stoccaggio. L’accordo sottoscritto in Regione sull’Arcisate-Stabio due settimane fa prevedeva infatti il ricorso in prima battuta alla cava Rainer di Arcisate, in subordine alla cava Cattaneo di Malnate e solo come ultima soluzione l’utilizzo della Femar di Viggiù. La notizia viene accolta con un vero e proprio sospiro di sollievo a Malnate, che non vedeva di buon occhio il traffico stradale sulle strade, su percorsi abbastanza lunghi, e l’arrivo di migliaia di metri cubi di terra: «Per noi – spiega al telefono il sindaco Samuele Astuti – è una soluzione particolarmente positiva, la stessa amministrazione comunale di Viggiù si era espressa in senso positivo». E in effetti è strano che, mentre a Malnate si guarda alla notizia quasi come ad un pericolo scampato, in Valceresio, invece, si guarda all’operazione con pieno favore. «Per noi è positivo – dice da Viggiù il sindaco Sandy Cane – abbiamo già un progetto per la sistemazione del grande "buco" che ha in qualche modo distrutto la zona: certo preferiamo che si usi terra estratta dal sottosuolo della valle piuttosto che materiale che viene da fuori. A quel punto, una volta rimessa a livello la terra, si potrebbe anche piantumare la zona».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Novembre 2011
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