La storia di Debora
Quella di Debora è una storia tra le tante incontrate dalle associazioni che si occupano del problema: il suo nome è di fantasia, ma la sua storia è assolutamente reale
Debora è una giovane donna e con la violenza, in qualche modo, ha sempre vissuto. Prima una famiglia difficile, poi un convivente che la umilia, anche di fronte ai figli. Quella di Debora è una storia tra le tante incontrate dalle associazioni che si occupano del problema: il suo nome è di fantasia, ma la sua storia è assolutamente reale. Una storia normale, nata da un amore vero, e scivolata pian piano in un incubo di sottomissione e umiliazione. Paolo (altro nome di fantasia), il convivente, aveva anche lui alle spalle una storia dura, una famiglia difficile che lo trascurava, anche un periodo di tossicodipendenza. Il loro passato è simile, ma l’evoluzione delle loro personalità è diversa: Debora si dimostra una mamma affettuosa per i loro tre bambini, Paolo nel tempo invece assume atteggiamenti violenti e di dominazione: nella quotidianità non è solo violenza fisica che esplode, ma anche quella verbale, l’umiliazione delle madre davanti ai figli. «Io vostra madre la faccio finire sotto terra» urla lui ai bimbi. Anche i bambini diventano vittime indirette – la chiamano "violenza assistita" – delle umiliazioni, come accade in moltissimi casi, quando la violenza (ed è così il più delle volte) nasce in famiglia. Debora cerca di interrompere la relazione, resa difficile dalla convivenza nella stessa casa. Ed è propri qui il nodo, come accade spesso: dividere fisicamente le persone è un problema anche concreto e pratico, spesso più difficile per le fasce economicamente e socialmente deboli. Di fronte a tanti piccoli episodi di violenza, diventa allora fondamentale un aiuto esterno: così Debora si rivolge ad uno sportello specializzato nell’ascolto delle donne. Si arriva ad ottenere dal tribunale l’allontanamento del compagno e, soprattutto, ad ottenere un un nuovo alloggio. Il problema di Debora non si può dire ancor oggi risolto del tutto, ma così, da una nuova casa, dall’affetto per i bambini che hanno vissuto insieme a lei la violenza, può riniziare una vita.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Angelomarchione su Gioia varesina in Olanda: la squadra di "Anima" trionfa alla Color Guard 2025
Fabio Rocchi su "Mio figlio di 7 anni allontanato dall'oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano"
fracode su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Fabio Rocchi su Dal Pentagono a Tianjin: quando la guerra torna a chiamarsi guerra
lenny54 su Il Pd di Gallarate attacca Cassani: "Paladino della macchina propagandistica programmata dal governo Netanyahu"
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.