Ambrosoli racconta la storia per tutti, nessuno escluso
Presentata al Salone Estense la riedizione del libro "Storia di Varese". «Per lui cultura e sapienza erano un servizio per la collettività»
«Lo ricordo chino sulla tastiera della sua macchina da scrivere, una delle prime con la videoscrittura, illuminato dalla luce gialla dello schermo. Alle spalle una distesa di libri. Era un uomo di cultura e di sapienza, Luigi Ambrosoli. Pronto ad aprire le porte a chiunque volesse conoscere, proprio perché concepiva quella cultura e quella sapienza come un servizio alla collettività». Gianni Spartà, giornalista della Prealpina, ricorda così lo storico e studioso varesino. Luigi Ambrosoli è anche l’autore del libro "Storia di Varese", rieditato a dieci anni di distanza dalla Casa editrice Pietro Macchione. Il volume è stato presentato ieri sera, al salone estense del comune di Varese, dagli storici Marina Cavallera e Carlo Lacaita accompagnati dai giornalisti della Prealpina, Gianni Spartà e Gianfranco Giuliani e dallo stesso editore Pietro Macchione. Un libro di storia, vero, ma che quasi somiglia a un romanzo tanto chiara e appassionante è la scrittura dell’autore. Poco più di trecento pagine che ripercorrono il passato della città dalla fine del pleistocene «quando cominciarono a comparire gruppi di uomini e il Lago Maggiore, nei pressi di Angera» all’avvento della Lega Nord. «In questa veste ripensata in stile libro di scuola, con meno immagini ma pur sempre con il suo testo di grande valore viene centrata secondo me la funzione che l’autore aveva dato all’opera – spiega nella sua introduzione Gianfranco Giuliani -. Sono convinto che l’idea stessa stessa di Ambrosoli, sia stata quella di scrivere la storia di Varese per gli studenti e per le famglie. È un libro di storia destinato a tutti».
«Ringrazio la famiglia Ambrosoli che ha accettato la mia proposta di pubblicare questo testo – ha poi aggiunto Pietro Macchione -. Il primo volume, uscì nel 2001, era stato pubblicato con una formula molto ricca, una copertina in cartonato e un cofanetto corredato di molte immagini come lo aveva voluto Luigi Orrigoni, nell’ambito del suo impegno volto a promuovere la cultura. Quella prima edizione fu presentata da Dante Isella. Avevo chiesto io stesso a Luigi di scrivere questo libro e lui aveva accettato con piacere la proposta, dando vita ad un’opera che per Varese e senza dubbio un tesoro». «In passato – conclude Spartà – quando arrivava qualche giornalista delle testate nazionali che voleva capire Varese ma avere un giudizio credibile, lontano dai veleni della politica lo si mandava da lui, unico personaggio insieme forse a Piero Chiara in grado di raccontare il vero. Il valore di questo testo ci ricorda quello dell’autore che è stato uno degli ultimi personaggi della Varese discreta e per bene. Ed è stato anche un uomo delle istituzioni, anche questo dobbiamo ricordare. Fa un po’ male non vedere questa sera nessuno dei padroni di casa».
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