Sgominata la banda che sparò in piazza, tre in manette
Gli autori della sparatoria del giugno 2010, già in carcere per una serie di rapine, è stata riconosciuta responsabile della pioggia di fuoco in piazza San Bernardo e via Col di Lana
Un anno e mezzo fa esatto in via Col di Lana, all’angolo con piazza san Bernardo, una pioggia di fuoco durata qualche minuto seminò il panico tra i tanti castellanzesi che si stavano godendo un meritato gelato al termine di una giornata calda e afosa. La tranquillità della piazza venne sconvolta, con fuggi fuggi generale di intere famiglie, da un agguato per regolare conti in sospeso tra bande.
I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Varese, (insieme ai colleghi della compagnia di Busto Arsizio) hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare a carico di un soggetto individuato come l’autore della sparatoria avvenuta nel centro di Castellanza il 28 giugno 2010. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Busto Arsizio su richiesta dei locali Sost. Proc. della Repubblica, Roberta Colangelo e Nadia Alessandra Calcaterra, che coordinano l’attività. A finire in manette è stato Gjetja Cesk, 27enne albanese domiciliato a Castellanza da tempo ma irregolare sul territorio nazionale, attualmente detenuto a seguito del suo arresto avvenuto, sempre ad opera del Reparto Operativo di Varese, il 3 dicembre 2010, poiché individuato – insieme a N.L. un 27enne connazionale e a P.C.S 29enne di origine catanese – quale autore di 3 rapine in danno di esercizi commerciali del varesotto, perpetrate alla fine del mese di novembre 2010.
Le tre rapine contestate alla “banda”, commesse nell’arco di una settimana: la rapina a mano armata avvenuta in data 23 novembre 2010, alle ore 22.30 presso la sala giochi “Jolli Game” di Busto Arsizio, che aveva fruttato la somma di € 5500 circa; la rapina avvenuta il 25 novembre 2010, alle ore 23.45 presso la sala giochi “Vulcano della Fortuna” di Castellanza, che aveva fruttato la somma di € 6000 circa e la rapina a mano armata avvenuta in data il primo deicembre 2010 e il locale pubblico denominato “Tabacchi Laura” di Olgiate Olona, che aveva fruttato la somma di € 2000 circa più un ingente quantitativo di biglietti “Gratta e vinci”. In quest’ultima circostanza i due soggetti, entrati nel locale, sotto la minaccia delle armi, costringevano il proprietario a consegnare la somma di denaro, non esitando a colpirlo ripetutamente al capo con il calcio della pistola al fine di garantirsi la fuga.
LA DINAMICA – L’indagine è stata avviata a seguito del conflitto a fuoco verificatosi a Castellanza ed ha permesso di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti: alle 22.00 circa, tre uomini vennero “attratti” con un escamotage all’esterno di un bar di via Col di Lana, all’interno del quale stavano consumando alcune bibite, per diventare poi bersaglio di una vera e propria imboscata. Ben 16 furono i colpi esplosi al loro indirizzo, i cui bossoli vennero repertati sulla scena del crimine dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Varese. I primi riscontri, ottenuti anche grazie ad una cospicua attività di individuazione e ascolto di testimoni, hanno consentito di ricostruire dapprima la fisionomia, e successivamente l’identità, di uno degli autori dell’efferato gesto criminale: il Gjetja Cesk, appunto.
Il prosieguo dell’ attività – condotta anche con i “tradizionali”servizi di osservazione e pedinamento – permetteva di accertare come il Cesk (amante della “bella vita” e del lusso, tanto da concedersi esclusivamente veicoli quali Mercedes e BMW) fosse a capo di una banda dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, nell’area ricompresa tra Castellanza e Legnano. Questo ha consentito di ricondurre il movente della sparatoria proprio a questioni di danaro inerenti la gestione del traffico di stupefacenti. Alla fine del mese di novembre 2010, emergeva chiaramente come il Gjetja Cesk, unitamente a due sodali, si fosse dedicato alla organizzazione ed esecuzione di rapine in danno di esercizi commerciali, allo scopo di finanziare l’acquisto di stupefacenti da destinare allo spaccio. Emersero così le figure del suo connazionale N.L., fidato gregario che, oltre a funzioni operative, era il supporto logistico della banda per l’occultamento di armi e autovetture, e di P.C.S., 29enne di origine catanese da anni residente nel territorio della provincia di Varese, che aveva compiti di “conoscitore d’area”, con il preciso intento di individuare gli obiettivi e fare da “palo” durante la commissione delle rapine.
Nell’eseguire gli arresti i Carabinieri scoprivano un vero e proprio arsenale nella disponibilità del sodalizio, presso il palazzo ove abitava il Gjetja Cesk. Infatti, nel corridoio comune di accesso alle cantine site nel seminterrato, all’interno del primo pozzetto ispettivo delle condutture, posto sul pavimento, venivano rinvenute 1 pistola Beretta mod. 92 SB cal. 9 parabellum, una pistola semiautomatica Beretta cal. 7.65 con matricola abrasa e relativo caricatore con 8 colpi, una pistola scacciacani, oltre a circa 350 gr. di cocaina, di cui oltre 100 gr. in pasta, ad elevatissimo grado di purezza, 1 bilancino di precisione, 1 storditore ad alto voltaggio “taser”, 3 passamontagna, attrezzi vari atti allo scasso e oltre 300 “gratta e vinci” provento della rapina perpetrata in Olgiate Olona lo scorso 1 dicembre.
Era proprio questa la prova decisiva che avrebbe inchiodato l’albanese alle proprie responsabilità anche per la sparatoria di Castellanza: le stesse, infatti, venivano immediatamente inviate, per le attività di comparazione balistica, presso il R.I.S. Carabinieri di Parma, il quale individuava nelle due armi sopra indicate quelle che avevano esploso sia i bossoli che le ogive repertate sulla scena del crimine. Da qui, dunque, l’emanazione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del Gjetja Cesk (già detenuto presso il carcere di Busto Arsizio), che dovrà rispondere dell’accusa di “tentato omicidio”, “detenzione e porto di arma clandestina” e “ricettazione”, mentre altri 5 soggetti, dei quali 4 albanesi e un italiano di origini calabresi, sono stati deferiti in stato di libertà e dovranno rispondere di “spaccio di stupefacenti”. Nel corso delle attività di esecuzione dei provvedimenti dell’A.G., un 24enne albanese residente a Besozzo è stato trovato in possesso di oltre 170 gr. di marijuana, e pertanto tratto in arresto in flagranza per “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti”.
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