La Yamamay scrive la storia, Coppa Italia a Busto

Trionfo delle biancorosse nella finale di Modena: 3-0 su Piacenza e per la prima volta la Futura mette in bacheca un trofeo nazionale. Partita perfetta di Havelkova, Bauer e Marcon. La vittoria vale anche la qualificazione alla Champions League

Terremoto a Modena: non serve il sismografo per rilevarlo, basta il popolo biancorosso che esplode al momento dell’ultimo punto della finale di Coppa Italia messo a segno da un’immensa Helena Havelkova, MVP della serata (ma potremmo dire dell’intera stagione). Per la prima volta nella storia la Yamamay vince la Coppa Italia e si qualifica alla Champions League, per la prima volta Busto Arsizio festeggia un titolo nazionale in uno sport di squadra. Il resto è festa e delirio: Giulia Pisani che scoppia a piangere, i tifosi biancorossi che gridano “Mu-ro-ne!” e fanno saltare Carlo Parisi, Cisky Marcon che si colora di rosso avvolgendosi in sciarpe e bandiere, tutte le ragazze insieme che ballano “Ai se eu te pego” come un gruppo di amiche in discoteca. Sulla partita c’è poco da dire: in campo una sola squadra, Piacenza non riesce a ripetere il miracolo (per arrivare in finale aveva battuto la seconda e la terza del campionato, non la prima) e si arrende in tre set quasi senza lottare. La vera finale, viene da dire, è stato il 3-2 da brividi contro Modena. Havelkova, Bauer e Marcon sono le tre stelle che brillano di più, ma il resto è un contorno di gran lusso, da Havlickova che gioca con un polpaccio acciaccato fino all’ultimo membro dello staff. Incredibile ma vero, la Yama è sul tetto d’Italia (qui l’albo d’oro della manifestazione). E per usare le parole di Enzo Barbaro, il bello deve ancora venire: se ci fossero dubbi, basta ricordarsi che domani mattina, senza nemmeno il tempo per festeggiare, le “farfalle” saranno su un aereo per la Polonia, dove si giocano i quarti di Coppa CEV…

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Coppa Italia alle farfalle della Yamamay 4 di 10

LA PARTITA – Palazzetto leggermente più “caldo” del giorno precedente, ma con vistosi settori vuoti e coperti da teloni bianchi. I tifosi provenienti da Busto si moltiplicano: oltre 300 i supporter biancorossi presenti a Modena. La coreografia è il naturale seguito di quella della giornata precedente e inneggia allo “scacco matto” della Yama. L’attesa per la gara decisiva è resa ancora più snervante dal protrarsi della finalina tra Modena e Urbino, ma alle 18 finalmente si comincia: in tribuna tante presenze VIP, dal presidente federale Magri all’azzura Arrighetti.

Si comincia con il minuto di silenzio in omaggio all’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. La Yamamay, in formazione titolare così come Piacenza, parte fortissimo con Havelkova: tre punti del capitano per il 6-1 che costringe Marchesi all’immediato time out. Lehtonen, dal canto suo, non trova le misure e regala l’8-3. Il servizio di Nicolini e i muri di Pachale fanno risalire la Rebecchi fino al 10-7, ma Marcon, che ha iniziato alla grande, fa gli straordinari in difesa e a muro per il nuovo allungo bustocco: 14-7. Un’immensa Bauer firma il 17-10, Havelkova tiene a distanza le piacentine e domina a muro per il 21-13; il finale è un monologo e Lloyd firma l’ace del 25-13. Fin qui non c’è partita: la Yamamay, malgrado lo 0 su 10 di Havlickova, gioca un volley perfetto e a tratti incanta il pubblico modenese.

Busto vuole andare subito in fuga anche nel secondo parziale: due attacchi di Havlickova per il 4-1. La Rebecchi prova a resistere con Nicolini (5-4), ma le biancorosse infilano quattro muri di fila (tre di Bauer) e scavano di nuovo il break: 11-5. Sbaglia ancora Lehtonen per il 16-10, l’incontro è davvero a senso unico: dopo il time out Bauer si conferma incontenibile (17-11) e Havelkova fa i buchi per terra (19-12). L’unico mini-passaggio a vuoto consente a Piacenza di riportarsi sul 22-17, ma subito dopo Marcon si procura 6 set point e Pachale sbaglia per il 25-18: Busto gioca da sola.

Piacenza prova una timida reazione in avvio di secondo set e si porta sullo 0-2: immediata la punizione di Bauer che mette a segno un muro e un ace per il pareggio. Qualcosa però è cambiato e il banale errore di Havelkova (3-6) lo testimonia: Parisi richiama subito all’ordine le sue. La Rebecchi resta avanti di misura con Lehtonen (6-8) ma a cambiare le cose è ancora il muro, con due chiusure perfette di Havelkova e Lloyd che portano dritti al 12-10. Marchesi ferma il gioco, ma al rientro la Yamamay rispolvera tutto il suo repertorio: doppio attacco di Helena, ace di Marcon e “murone” ancora del capitano per un 16-10 che può essere la pietra tombale sulla partita. Così è: a Piacenza non riesce più nulla, Lloyd mura Pachale per il 18-11 e la rediviva Havlickova inchioda i due attacchi del 22-15. Il match point se lo procura Havlickova murando Lehtonen (24-16) e il punto che scrive il nome della Yamamay nella storia, com’è giusto che sia, è una pipe di Havelkova: è finita, la Coppa Italia vola a Busto Arsizio!

LE INTERVISTE

Yamamay Busto Arsizio-Rebecchi Nordmeccanica Piacenza 3-0 (25-13, 25-18, 25-17)
Busto A.: Lloyd 6, Havlickova 10, Dall’Ora 3, Leonardi (L), Marcon 7, Bauer 15, Meijners ne, Lotti, Caracuta ne, Havelkova 16, Pisani ne, Bisconti. All. Parisi.
Piacenza: Pachale 8, Mazzocchi, Davis (L), Leggeri 4, Turlea 11, Dall’Igna 1, Nicolini 8, Callegaro ne, Lehtonen 8, Cella ne, Kajalina ne, Malvestito ne. All. Marchesi.
Arbitri: Stefano Ippoliti e Andrea Puecher.
Note: Spettatori 3845. Busto: battute vincenti 4, battute sbagliate 4, attacco 33%, ricezione 74%, muri 16, errori 8. Piacenza: battute vincenti 1, battute sbagliate 2, attacco 23%, ricezione 59%, muri 11, errori 18.

Finale per il terzo posto: Liu-Jo Modena-Chateau d’Ax Urbino 2-3 (25-22, 24-26, 22-25, 25-16, 13-15)
Semifinali: Yamamay Busto Arsizio-Liu-Jo Modena 3-2 (22-25, 25-19, 25-17, 16-25, 15-12); Chateau d’Ax Urbino-Rebecchi Nordmeccanica Piacenza 0-3 (21-25, 18-25, 21-25).

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Pubblicato il 29 Gennaio 2012
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